Istituzioni culturali e fascismo: il Cnr tra scienza e politica

A Roma convegno IISG traccia storia principali enti del Ventennio

GEN 11, 2019 -

Roma, (askanews) – Approfondire profilo e ruolo, tra convergenze e contraddizioni, delle principali istituzioni culturali del Ventennio. Questo l’obiettivo del convegno articolato in tre giornate dal titolo “Le Istituzioni e la politica culturale del Fascismo”, organizzato dall’Istituto Italiano di Studi Germanici, che ha preso il via il 10 gennaio a Roma nella sede dell’Istituto a Villa Sciarra. Istituzioni tra cui figura il Consiglio nazionale delle ricerche di cui ha parlato nel suo intervento Giovanni Paoloni, docente di Archivistica generale e di Storia delle istituzioni di ricerca scientifica all’Università di Roma La Sapienza. E prima di lui il capo ufficio stampa del Cnr Marco Ferrazzoli nell’intervento dal titolo “Volterra e Marconi presidenti Cnr, tra ragioni scientifiche e politiche”.

“Il Consiglio Nazionale delle Ricerche – ha spiegato Paoloni – ha avuto diverse funzioni nel periodo fascista, ma una delle funzioni più importanti e fino ad oggi poco studiate è stata quella di operare come raccordo tra i progetti di Stato corporativo del fascismo e il tentativo di creare un collegamento tra il mondo industriale, il mondo della ricerca scientifica e naturalmente il mondo della difesa che al fascismo stava particolarmente a cuore. Quindi di fare in Italia da regista alla nascita di un complesso militare industriale. Questa operazione – prosegue Paoloni – sembrava ben avviata soprattutto durante la presidenza Marconi, secondo presidente del Cnr, mentre si è drammaticamente interrotta con la morte improvvisa di Marconi e i suoi successori, Badoglio e Vallauri, non sono stati in grado di riattivare questo tipo di funzione. E poi il Cnr ha avuto una sua storia che è ripresa nel 1945”.

Un insieme complesso quello delle istituzioni culturali create dal fascismo che il convegno intende delineare, come spiega la presidente dell’Istituto Italiano di Studi Germanici Roberta Ascarelli. “Noi non ci proponiamo di ricostruire l’ideologia del fascismo, quello che noi vogliamo vedere è poi nella realtà, nella contraddizione delle istituzioni che cosa è stato fatto. Le istituzioni sono spesso molto più articolate, più complesse, meno condizionate ideologicamente dal fascismo; tanto è vero che il Cnr, per esempio, è stato fondato da Volterra insigne intellettuale e studioso ebreo che non ha firmato quando c’è stata la richiesta di adesione da parte del fascismo ai professori universitari”.

“Quindi l’idea – conclude la presidente dell’Istituto Italiano di Studi Germanici – è ritracciare una storia non ancora tracciata della cultura italiana che dagli anni Venti arriva fino ad oggi con tutti i condizionamenti anche negativi dell’ideologia fascista ma anche con degli elementi di articolazione, di dialogo, di innovazione che spesso gli intellettuali riescono a dare”.