Celle solari più piccole e efficienti, RSE: obiettivo raggiunto

A Piacenza meeting conclusivo del progetto europeo CPVMatch

NOV 23, 2018 -

Piacenza (askanews) – Tre anni di lavoro, quattro nazioni coinvolte, otto centri di ricerca, l’apporto delle università e un obiettivo ambizioso: rendere più efficienti e performanti le celle fotovoltaiche a concentrazione e ridurne i costi. Questo è CPVMatch, il progetto europeo – finanziato con 5 milioni di euro dal programma Horizon 2020 e sviluppato in centri di ricerca in Germania, Italia, Francia e Spagna – che dal 2015 ad oggi ha visto RSE-Ricerca sul Sistema Energetico, istituto di ricerca pubblico italiano, fra i protagonisti.

A Piacenza, nella sede di RSE dove si studiano le celle solari del futuro, si è svolto l’incontro dei ricercatori che ha segnato la chiusura del progetto. “I principali obiettivi del progetto CPVMatch sono stati di mostrare le grandi potenzialità del fotovoltaico a concentrazione e l’ottimizzazione dei processi di produzione – dice Gerald Siefer, ricercatore del Fraunhofer ISE, e coordinatore del progetto CPVMatch – Siamo stati in grado di raggiungere efficienze del 43 % per i moduli e del 42 % per le celle lavorando anche sulla qualità delle ottiche. Altro aspetto importante è quello della sostenibilità e qui abbiamo dimostrato come il fotovoltaico a concentrazione sia in grado di generare elettricità con un più basso impatto ambientale rispetto alle attuali tecnologie”.

RSE ha contribuito al successo del progetto CPVMatch sviluppando alcune soluzioni, a basso impatto ambientale, e a costi contenuti, sia per quanto riguarda lo sviluppo di celle solari ad alta efficienza, sia per quanto riguarda i moduli a concentrazione. “Per quanto riguarda le celle solari ad alta efficienza, Rse ha messo a punto dei nuovi processi di deposizione che permettono di crescere nella stessa camera di crescita materiali diversi che servono per raccogliere la luce solare – spiega Gianluca Timò, responsabile in RSE della ricerca sul fotovoltaico a concetrazione – Prima di questo progetto era difficile crescere questi materiali all’interno della stessa camera di crescita, e quindi venivano realizzati con diverse camere di crescita, e questo comportava un costo aggiuntivo alla produzione delle celle solari. RSE ha risolto questo problema. Questo il primo grande obiettivo raggiunto. Il secondo: abbiamo usato le nanotecnologie per ridurre la riflessione, quindi aumentare ancora l’efficienza. Mentre a livello di modulo abbiamo fatto il design, un progetto di ottica innovativa che permette di concentrare la luce di 800 volte e questo ha permesso di utilizzare celle di qualche millimetro quadro, e in più abbiamo realizzato un sensore che permette di aumentare l’accuratezza dell’inseguimento”.

CPVMatch consentirà dunque di realizzare dispositivi fotovoltaici di dimensioni più ridotte e moduli fotovoltaici a concentrazione con una più elevata efficienza. Un risultato importante che conferma anche il valore strategico per l’Europa della collaborazione e del coordinamento tra diversi istituti di ricerca. “CPVMatch è l’esempio di come la collaborazione fra gli enti di ricerca possa contribuire a far ottenere risultati che non potrebbero essere raggiunti all’interno di un singolo centro di ricerca o di un singolo stato – sottolinea Bernardo Abellò Garcìa, project manager nell’ambito del programma Horizon 2020 della Commissione Europea – Per questo l’UE continua a promuovere la cooperazione e il sostegno reciproco tra i migliori centri di ricerca”.

La tecnologia del fotovoltaico a concentrazione è ormai matura e competitiva in termini di costi e performance rispetto a quella del fotovoltaico al silicio.

Grazie a studi come quelli realizzati da CPVMatch, al quale RSE ha dato un contributo particolarmente significativo, questa potrebbe a breve essere pronta per uno sviluppo su scala industriale.

( luca.ferraiuolo@askanews.it )