Elettronica Group: cogliere sfide della Geopolitica del Digitale

Presentato un report realizzato con European House-Ambrosetti

NOV 15, 2018 -

Roma, (askanews) – La rivoluzione digitale sta trasformando la concezione dello spazio geografico, sociale ed economico, e ha già cambiato il contesto competitivo in cui gli Stati e le imprese si trovano ad operare: è il tema affrontato dal convegno “Geopolitica del Digitale” organizzato a Roma da Elettronica Group, dove è stato presentato un report realizzato in collaborazione con “The European House – Ambrosetti”.

Le analisi del report evidenziano nuove risorse connesse alla progressiva digitalizzazione di economia e società: i dati e la loro sicurezza. Già oggi la data economy vale in Europa 60 miliardi di euro, ed entro il 2020 i dati disponibili saranno 10 volte quelli attuali. I data center di portata industriale diventeranno quindi asset strategici mentre anche le minacce mutano ed evolvono: nel solo 2017 si sono registrati quasi 1.200 attacchi cibernetici considerati gravi.

Questa crescita vertiginosa dell economia dei dati rende sempre più centrale il tema delle competenze e la ricerca di nuovi talenti in grado di sviluppare abilità per governare la rivoluzione digitale: dal report emerge infatti che oggi circa 4 imprese europee su 10 faticano a trovare talenti adatti a ricoprire posizioni vacanti e solo il 30% della forza lavoro UE è dotata di competenze ICT sopra il livello base.

Il presidente di Elettronica, Enzo Benigni: “Oggi il pericolo di una debolezza scientifica è grande perché le distanze e i gap non si recuperano facilmente, per cui noi vogliamo fare delle sottolineature e mettere a punto alcuni vocaboli che si usano troppo con superficialità e sono sicuro che il prodotto che abbiamo creato, che è un position paper estremamente raro per i concetti che contiene sarà di aiuto a questo capitale umano a cui noi teniamo molto noi industria, perché lo consideriamo il più grande capitale che abbiamo”.

Una visione strategica prioritaria per l Italia: il Report sottolinea che, pur avendo un assetto manifatturiero di primaria importanza a livello globale, la digitalizzazione dell industria italiana appare in netto ritardo e questo avviene sia per cause interne alle aziende italiane che per carenze del sistema-Paese.

Maria Chiara Carrozza, professoressa di bioingegneria industriale, ex rettore della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa ed ex ministro dell’Istruzione: “Prima di tutto dobbiamo fare un monitoraggio del numero di laureati nelle materie cruciali, il secondo punto è preparare l’università e anche il mondo della formazione continua a questi nuovi mestieri che emergeranno e che saranno completamente diversi, quindi i ragazzi di ora studiano per una professione che ancora non sanno quale sarà con precisione: ci sono questi aspetti preparatori che sono imprescindibili e l’Italia si deve preparare”.