“La lepre”, il corto di Lana Vlady: mai dimenticare le radici

L'attrice di origini russe diventa regista e parla d'immigrazione

NOV 9, 2018 -

Roma, (askanews) – Trent’anni, di San Pietroburgo, in Italia da quando aveva sette anni. Modella, attrice di film come “Assolo” di Laura Morante, “Tafanos” di Riccardo Paoletti e serie tv come “I Bastardi di Pizzofalcone”, “Un Passo dal Cielo”, “Il commissario Montalbano”. Ora Lana Vlady debutta anche alla regia, con un cortometraggio cha ha anche interpretato, “La lepre”, che parla di origini, immigrazione. E quindi anche un po’ di lei.

“Nasce tutto dal desiderio di esplorare la condizione di seconda generazione, l’immigrazione presa dal punto di vista di una persona che vive in questo Paese, ci è cresciuta, ma non si sente parte né dell’uno né dell’altro, appartieni cioè a due paesi ma sei come uno straniero in entrambi, è un po’ una ricerca delle proprie origini e lo scontrarsi con il desiderio di conquistare qualcosa di nuovo”.

La lepre nell’atletica è l’atleta che corre davanti senza risparmiarsi e fa battere i record agli altri. “E’ quello che fa Aisha, ragazza di origini nigeriane cresciuta in Italia senza documenti e permesso di soggiorno, la sua è un’altra lotta, conquistarsi un posto nel paese che ritiene già il suo. Lei guida Maria, la protagonista, che non riesce a trovare il suo posto nel mondo, la spinge a superare i suoi limiti e ad arrivare prima nella corsa verso la sua identità”.

Con questo corto, che ha già partecipato in Italia a diversi festival come il Valdarno Film Festival e l’Adriatica Film Festival ed è stato selezionato all’estero al Calcutta Film Festival e all’Around Film di Amsterdam, Lana Vlady vuole mandare un messaggio: “L’apprezzamento di quello che sei, le tue origini, le tue radici sono la tua forza, se non le accetti perdi un grande punto di valore che hai, cosa che succede spesso durante l’immigrazione”.

Oltre a recitare, sarà nel film “L’indesiderato” di Enrico Lando con Aldo Baglio, da regista sta già lavorando a un altro corto e a un lungometraggio. Parlerà delle donne. “Il cinema appartiene molto agli uomini, ognuno racconta le storie che gli stanno più a cuore, gli uomini parlano di uomini, io vorrei raccontare l’altra parte”.