Le riunioni? Inefficienti senza tecnologia. La ricerca di Sharp

I luoghi di lavoro del futuro la prossima rivoluzione

OTT 25, 2018 -

Milano (askanews) – Le riunioni di lavoro sono spesso inutili, ripetitive e noiose, in una parola inefficienti. Una inefficienza che costa 5mila euro per dipendente ogni anno. Lo dice una nuova ricerca condotta da Sharp attraverso diverse interviste ai lavoratori: per il 61% i meeting non portano a risultati concreti, molti passano il tempo a controllare social o email. Colpa di confusione nella scelta di temi, delle persone presenti, ma anche di ambienti e tecnologia inadeguati. Ce ne parla Carlo Alberto Tenchini direttore comunicazione e marketing di Sharp italia, facendo riferimento alla Campagna Eyes up basata sulla ricerca di Sharp Europe.

“La tecnologia oggi può aiutare le persone a essere più attive durante i meeting attraverso l’interazione fra contenuti e persone che si trovano a discutere in un meeting. Le nostre tecnologie fanno questo attraverso l’utilizzo di sistemi di interazioni quali lavagne interattive, gli schemi capacitivi multimediali”.

Non solo. Sono gli stessi luoghi di lavoro che stanno evolvendo, è tempo di parlare di “workplace of the future”, luoghi di lavoro futuri, su cui Sharp ha attivato un progetto di ricerca che parte dai bisogni delle persone.

“La tecnologia è una componente fondamentale dei luoghi di lavoro del futuro, che abiliterà le persone a lavorare in mobilità, a lavorare da remoto, a interagire sul luogo di lavoro in modo molto più attivo. Rientra nelle aspettative dei giovani abituati a vivere di tecnologia, non hanno dovuto subire il passaggio da analogico a digitale ma sono nativi digitali quindi l’aspettativa sarà tanta tecnologia utile a funzionare all’interno dei luoghi di lavoro”

Un tema fondamentale anche per la pubblica amministrazione come spiega Fabio Pammolli, docente del Politecnico di Milano e presidente della Fondazione Cerm.

“Ancora oggi troppo spesso si pensa che l’inserimento di un pc o la condivisione in rete di dati rappresenti un traguardo della digitalizzazione nella pubblica amministrazione ma in realtà digitalizzare implica una reingegnerizzazione dei processi, la costruzione di dati condivisibili ma soprattuto che nascano per essere analizzati”