Conte: l’Ue ci consenta di spiegare la manovra, eviti pregiudizi

La lettera inviata a bruxelles ribadisce la volontà di dialogo

OTT 22, 2018 -

Roma, (askanews) – La permanenza in Europa non è in discussione, vogliamo dialogare con le istituzioni ma ci consentano di spiegare la manovra, senza avere pregiudizi. A ribadirlo, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, parlando dalla sede della stampa estera a Roma dopo l’invio della lettera di risposta alla Commissione europea sulla manovra.

“Ieri sera mi sono visto con Tria, abbiamo rivisto insieme la lettera ai commissari europei, ha detto Conte. “Vi preannuncio che abbiamo ribadito nella lettera spedita poco fa che noi siamo assolutamente in Europa, vogliamo dialogare con le istituzioni europee e che questa interlocuzione si svolga nella leale collaborazione e nel dialogo costruttivo”.

“Non mettiamo in discussione il ruolo della Commissione e degli organi comunitari. In questa lettera abbiamo anticipato quali sono le ragioni di una manovra economica così impostata”.

Nella lettera il governo afferma di “essere cosciente di aver scelto un’impostazione non in linea con le norme del Patto di stabilità e di crescita”, una decisione “difficile ma necessaria” si scrive, per il ritardo nel recupero della crescita e delle “drammatiche condizioni” in cui si trovano gli strati più svantaggiati della società.

Lo stesso Conte ha spiegato: “Il 2,4% è il tetto massimo che ci siamo impegnati e faremo di tutto per rispettare. Abbiamo già detto che nel 2021 sarà l’1,8. Siamo anche disponibili a valutare in corso di attuazione di manovra economica un contenimento. Non è che dobbiamo raggiungere per forza il 2,4, sicuramente non lo supereremo”.

E se alla fine la bocciatura dovesse arrivare, “ci siederemo intorno a un tavolo e valuteremo insieme” ha detto Conte. “Lo scarto effettivo del deficit è in realtà dello 0,4%. Questo significa sedersi al tavolo, spiegare che si partiva dall’1,2%, con la clausole Iva si va al 2%, e quindi lo scarto è solo dello 0,4%”, ha ribadito Conte.

“Sediamoci a un tavolo, cerchiamo di capire cosa abbiamo fatto, ascoltiamo le valutazioni dei commissari e poi valuteremo”