Spazio, la sonda Esa BepiColombo verso Mercurio

In viaggio alla scoperta del "pianeta degli estremi"

OTT 20, 2018 -

Darmstadt (askanews) – Con un lancio perfetto del razzo Ariane 5 ha preso il via dalla base spaziale europea di Kourou, in Guiana francese, la missione del satellite euro-giapponese BepiColombo che ha l’obiettivo di esplorare il pianeta Mercurio, il più interno del sistema solare e anche il più estremo. La missione che porta il nome dello scienziato italiano Giuseppe “Bepi” Colombo è frutto della collaborazione tra l’Agenzia spaziale europea (Esa) e la giapponese Jaxa, con leadership europea. Askanews ha incontrato al centro controllo operazioni dell’Esa a Darmstadt, in Germania Andrea Accomazzo, il direttore volo di Bepi Colombo per l’Esa.

“La missione sta andando benissimo – ha spiegato – abbiamo completato la sequenza che automaticamente fa il deployment dei pannelli solari che puntano al Sole, quindi è completamente autonomo dal punto di vista energetico e ha il controllo d’assetto, queste sono le due cose fondamentali che dobbiamo ottenere nella prima ora”.

La sonda è composta da due moduli complementari e autonomi , l’Mpo (europeo) e l’ Mmo (giapponese) in volo verso Mercurio uniti tra loro, agganciati a un modulo di trasferimento. Il viaggio durerà 7 anni al termine dei quali le due sonde si separeranno e inizieranno a studiare, in condizioni estreme con temperature che vanno dai +400 gradi a -200, una la superficie e la composizione di Mercurio e l’altra, l’interazione con il vento solare, la chimica della sua esile esosfera e l’ambiente magnetico del pianeta. Paolo Ferri, capo delle operazioni di Esa.

“Il pianeta ha un campo magnetico simile a quello della Terra – ha spiegato – e non si capisce bene perché Mercurio e la Terra hanno un campo magnetico mentre pianeti paragonabili come Marte e Venere non li abbiano. Questa è una cosa importante perché il campo magnetico terrestre permette la vita sulla Terra e quindi studiare quello di un pianeta parallelo ci darà una conoscenza migliore su come si evoluto come si evolverà il campo magnetico terrestre”.

Importante la partecipazione italiana alla missione; l’Agenzia spaziale italiana (Asi), in collaborazione con l”Università “La Sapienza” di Roma, l’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf), Leonardo-Finmeccanica e Thales Alenia Space ha realizzato 4 dei 16 esperimenti a bordo dei due orbiter: la suite di 3 strumenti Simbiosys, l’accelerometro Isa, lo strumentento di radioscienza More e Serena che studierà l’esosfera del pianeta, (più un quinto, lo spettrometro Phebus, in collaborazione con l’agenzia spaziale francese Cnes).