Brera festeggia: concluso il riallestimento di tutte le sale

Nella Pinacoteca milanese inaugura anche il caffè Fernanda

OTT 1, 2018 -

Milano (askanews) – Dopo tre anni di lavoro si è concluso il riallestimento di tutte e 38 le sale della Pinacoteca di Brera di Milano, uno dei progetti con cui si era aperto il mandato del direttore James Bradburne, che oggi può raccontare i frutti di questi 36 mesi.

“Abbiamo fatto il primo riallestimento di tutte le 38 sale in 40 anni – ha detto ad askanews – abbiamo rimesso tutto in una coerenza di percorso, di allestimento, di illuminotecnica. Ora per il visitatore c’è un percorso che si legge con facilità. Questo fa parte del nostro impegno per l’accessibilità a tutti”.

Con l’ultimo riallestimento della sala ottocentesca è stato presentato anche il settimo dialogo tra opere della collezione di Brera e quelle di altri musei, questa volta con protagonisti Francesco Hayez e il maestro francese Jean-Auguste-Dominique Ingres. Alla cerimonia di inaugurazione ha preso parte anche il ministro dei Beni Culturali Alberto Bonisoli, che ha parlato di una Brera “restituita alla città” e accanto a lui il sindaco di Milano Giuseppe Sala.

“Devo dire che Bradburne – ha spiegato Sala ai cronisti – sta lavorando bene, secondo me anche perché rispetta la tradizione, ma guarda avanti. A parte il direttore devo ringraziare tutto il personale di Brera che sta facendo grandi cose con coraggio. Certamente oggi è una giornata importante, perché è anche il punto di arrivo di un percorso”.

Altra importante novità della giornata è l’apertura del Caffè Fernanda, dedicato alla storica direttrice Fernanda Wittgens che nel 1950 riaprì il museo dopo le devastazioni della guerra. Un ulteriore passo verso una vera dimensione internazionale della Pinacoteca milanese.

“Oggi il caffè – ha aggiunto Bradburne – fa parte di una rivoluzione che abbiamo cominciato con la Bottega Brera, nella quale abbiamo dichiarato che caffè e shop non sono servizi aggiuntivi, ma sono parte integrante, fanno parte di chi siamo, della nostra identità”.

La giornata di celebrazioni, comunque, rappresenta per il direttore e la sua squadra anche un momento di ripartenza, verso quella idea di Grande Brera che deve da anni fare i conti con diverse battute d’arresto.

“Io credo – ha concluso James Bradburne – che siamo qui sulla soglia di un nuovo passo avanti che, ovviamente, include Palazzo Citterio che Franco Russoli ha comprato nel 1972 per ospitare le collezioni moderne. E questo succederà, dobbiamo soltanto aspettare, io non sono ancora abituato ad aspettare, comunque non è rimandato per sempre, è rimandato per un tempo reale e a un certo punto riapriremo anche Palazzo Citterio”.

Il direttore ci ha assicurato di non avere intenzione di lasciare e quindi dagli sguardi incrociati delle dame di Hayez ed Ingres possiamo sperare che prenda avvio l’ultimo passo verso il futuro di uno dei musei più importanti del mondo.