Human Technopole, Simoni: ogni euro pubblico ne genererà un altro

La sfida del presidente Fondazione. Presto call per scienziati

LUG 27, 2018 -

Roma, (askanews) – Un progetto ambizioso quello dello Human Technopole, il nuovo grande centro di ricerca italiano sulle Scienze della vita che si sta realizzando nell’area di Milano che ha ospitato l’Expo nel 2015 e che vuole diventare un hub di eccellenza, capace di raddoppiare a regime, con il coinvolgimento di tutte le comunità di riferimento, l’investimento pubblico iniziale. Del progetto, delle sue tappe e delle sue ambizioni parla Marco Simoni, presidente della Fondazione Human Technopole partita circa 2 mesi fa.

“La Fondazione è partita meno di 2 mesi fa, abbiamo raccolto il testimone dal lavoro preliminare fatto dall’Istituto Italiano di Tecnologia e stiamo costruendo a Milano, nel cuore dell’area che ha ospitato Expo nel 2015, il nuovo grande centro di ricerca italiano nelle Scienze della vita. Nello scorso anno e mezzo hanno iniziato a ristrutturare Palazzo Italia, il palazzo iconico di Expo 2015, che è la nostra sede principale. Stiamo rifunzionalizzando altri palazzi vicini e poi dovremo costruire un nuovo palazzo che sarà la parte più grande del nuovo centro di ricerca”, racconta Simoni.

Al momento allo Human Technopole “ci sono 15-20 persone tra gli amministrativi e i primi ricercatori, ma l’obiettivo – sottolinea – è che tra 5-6 anni saranno 1.500-2.000”.

“Scienze della vita è un ambito ampio. Le due discipline che sono trasversali, genomica e Big Data, saranno impegnate per approfondimenti su oncologia, neuroscienze, metabolismo e nutrizione. Il tema dell’Expo era la nutrizione e noi idealmente proseguiamo su questa linea, facendo di quell’area un cuore pulsante di futuro e di ricerca”.

Il centro ha già un direttore, Iain Mattaj. “Il primo consiglio della Fondazione, a giugno, ha nominato il direttore, scelto con un concorso durato più di un anno. Iain Mattaj, che negli ultimi dieci anni ha diretto il laboratorio europeo di biologia molecolare di Heidelberg, – sottolinea Simoni – è entusiasta di venire in Italia e dirigere questa nuova sfida”. “Si comincia con il direttore, che deve essere di indiscutibile qualità, per poi costruire tutto il testo. Adesso sono aperti dei bandi sul nostro sito e poi a settembre si inizierà con le ‘call’ per gli scienziati più importanti che via via costruiranno questo centro”.

Alle risorse pubbliche di partenza, si aggiungeranno investimenti privati. “Un centro di questo genere costerà a regime circa 100 milioni di euro. La sfida – dice il presidente della Fondazione – è fare in modo che per ogni euro pubblico investito si riesca a farne almeno un altro, in modo che il bilancio finale di questo centro possa essere almeno il doppio della dotazione iniziale dello Stato. Questo progetto – spiega Simoni – va visto come un investimento per tanti punti di vista: per la ricerca, per la nostra economia, per il sistema sanitario nazionale. Il focus di questo centro è quello dei nuovi modelli medici, medicina predittiva e medicina personalizzata. E investimento anche per far aumentare la spesa in ricerca del nostro Paese”.

“Per fare un centro come Human Technopole non basta solo la visione e il finanziamento, è necessaria la partecipazione, l’inclusione di tutte le comunità di riferimento: quella locale, quella degli scienziati italiani e internazionali, il mondo delle imprese, quello delle fondazioni. Tutti mondi che la nostra governance sarà in grado di includere, sia perché saranno rappresentati direttamente nel nostro consiglio, sia perché la nostra Fondazione consentirà ai privati di diventare soci partecipanti, ossia soci che contribuiscono in maniera stabile sia finanziariamente sia con il loro contributo di idee, di partecipazione al progetto. Un progetto – conclude Marco Simoni – che appare più come un hub, un centro in cui le persone arrivano, si incontrano e si scambiano idee che come una torre d’avorio chiusa”.