Il coltello, la politica e l’arte: al PAC si ripensa il Brasile

A Milano una mostra intensa, quasi una biennale

LUG 11, 2018 -

Milano (askanews) – Una mostra vasta e complessa, emotivamente intensa come ormai è inevitabile che succeda quando il PAC di Milano guarda alla realtà artistica latinoamericana. Questa volta tocca al Brasile, il cui momento contemporaneo ci viene presentato da Diego Sileo, che ha curato insieme a Jacopo Crivelli Visconti l’esposizione significativamente intitolata “Il coltello nella carne”.

“Uno scenario, un ambiente complesso, eclettico – ha detto Sileo ad askanews – oltre quelli che sono i luoghi comuni, oltre quelle che sono anche le aspettative che tutti noi abbiamo rispetto alla cultura brasiliana. Oltre anche l’aspetto più folkloristico. Uno scenario fatto di molte contraddizioni e complessità, proprio come è la realtà contemporanea oggi”.

Contraddizioni e conflitti, disillusioni e lotta politica, molti media espressivi diversi, che insieme contribuiscono a rendere la mostra del PAC simile a una piccola biennale, nella quale allo spettatore viene chiesto di giocare un ruolo con la sua partecipazione, che spesso espone a molte emozioni forti. E se il titolo dell’esposizione cita i lavori dello scrittore Plinio Marcos, riferendosi alla strategia della dittatura militare che usava la cultura per consolidare il proprio consenso, nelle sale del museo milanese ci si trova di fronte a un diverso uso del “coltello”.

“La cultura in questo caso, nella nostra mostra e come dovrebbe essere nelle culture contemporanee – ha aggiunto il curatore – è uno strumento di conoscenza e di promozione della realtà, cosa fondamentale per avvicinarsi a ciò che sono le culture diverse dalle nostre”.

Altro elemento decisivo per capire fino in fondo il progetto e, di conseguenza, avvicinarsi alla scena brasiliana contemporanea, è quello delle performance, tra le quali spicca quella di lunga durata di Mauricio Ianes, che è arrivato nudo al PAC e sta vivendo da giorni all’interno del museo, grazie a quello che gli viene portato ogni giorno dai visitatori.

“Come sempre – ha concluso Diego Sileo – l’aspetto performativo è fondamentale nelle mostre del PAC, e anche per la mostra sul Brasile abbiamo invitato diversi performer a realizzare azioni che potessero dialogare con i temi della mostra, come la violenza, la questione femminile oggi, non solo in Brasile, ma anche nelle nostre società”.

Alla fine, come previsto, si esce anche provati, ma con la sensazione di avere guardato un po’ oltre, di avere potuto avvicinarsi a qualcosa di importante, che naturalmente riguarda la realtà brasiliana, ma le cui onde si propagano al di fuori dei confini di un Paese, per quanto vasto e complesso questo possa essere.