Smart City, Di Salvo (Sirti): serve progettualità a lungo termine

Sirti parte attiva programmi ultra broadband per 7mila comuni

GIU 25, 2018 -

Roma, (askanews) – Benedetto Di Salvo, Vice President della Business Unit Digital

Solutions di Sirti, fa il punto negli studi di askanews sulle

cosiddette smart cities, tema di cui si parla molto ma che, in

Italia, ancora deve vedere un concreto sviluppo. Innanzitutto

cosa sono le smart cities:

“Parliamo di fatto di sostenibilità, ambientale, economica e

sociale nell’ambito delle città – spiega Di Salvo -. Si tratta di

un insieme di infrastrutture IT di servizi che sono studiati

mettendo al centro il cittadino. Per migliorare la qualità della

vita, l’esperienza nell’ambito dei servizi digitali offerti dalla

città, il trasporto, e ovviamente offrire al cittadino una

connettività ultra broadband diffusa sul territorio”.

Modelli esteri importanti ce ne sono. In Italia invece in che

momento ci troviamo:

“Diciamo che non abbiamo avuto finora in Italia un approccio

sistemico sul tema delle smart cities, a differenza di altre

realtà, soprattutto negli Stati Uniti e in Cina, dove questo

treno è partito ormai da molto tempo. Certamente parliamo di

dimensioni e geografie completamente differenti, però in Italia

quello che abbiamo registrato, facendo riferimento ai dati

dell’Osservatorio Politecnico di Milano, è che ci sono molte

iniziative, ma piccole e soprattutto sperimentali. Quindi

parliamo di piccoli progetti pilota che poi, nella maggior parte

dei casi, non hanno un futuro. Per citare qualche dato, circa il

70 per cento dei Comuni che hanno più di 15 mila abitanti hanno

lanciato almeno un progetto pilota in ambito smart city ma una

piccola frazione è andata avanti, diffondendo questa iniziativa

sul territorio urbano”.

C’è quindi molto da fare, ma quali sono gli attori, le parti

chiamate in causa nella costruzione dei processi smart delle

nostre città?

“Sicuramente è necessario un cambiamento di approccio. Passare da

una fase di sperimentazione a una progettualità di lungo termine

che vede coinvolta la parte pubblica, l’industria e i soggetti

privati. Oggi per parlare di quelle che sono le barriere e

guardando alla situazione attuale, nel 71% dei casi si parla di

un deficit di risorse finanziarie, una grande mancanza di

competenze, un problema trasversale che è quello della governance

legato all’avvicendamento delle nuove amministrazioni e a un gran

numero di soggetti che sono proprietari di asset sul territorio.

Tutto questo, in mancanza di un quadro regolatorio, determina una

situazione in cui le smart cities non hanno l’humus giusto per

partire”.

Veniamo allora al ruolo di Sirti nella costruzione di queste

nuove città:

“Sirti intende continuare ad avere un ruolo primario

nell’innovazione digitale del paese, così come ha fatto da circa

cento anni a questa parte. Siamo parte attiva di tutti i grandi

programmi ultra broadband che copriranno circa 7000 comuni con

fibra ottica, faremo parte dei programmi 5G ed entriamo in tutto

ciò che è legato all’IoT, l’internet delle cose. Per questo

abbiamo costituito una business unit dedicata alla system

integration avanzata, perchè smart city è un tema che richiede

multidisciplinarietà. Nella realizzazione di una soluzione smart

city dobbiamo mettere insieme i sensori che sono sul territorio

con il mondo delle applicazioni dei big data degli analytics.

Tutto ciò richiede una grande competenza, che noi abbiamo in

house all’interno della business unit Digital Solutions. E

insieme a questo, quello che Sirti può rendere disponibile sul

mercato è sicuramente una presenza capillare nel territorio,

avendo circa 3000 tecnici sul territorio che possono intervenire

in qualunque località in meno di due ore con una struttura

logistica estremamente capillare. Smart city è dunque qualcosa

che mette insieme sensori sul campo ad applicazioni big data sul

cloud e da questo punto di vista Sirti è sicuramente in grado di

giocare un ruolo importante”.