Stop al fumo tradizionale con prodotti alternativi

La comunità scientifica: ridotti i rischi per la popolazione

MAG 10, 2018 -

Roma, (askanews) – Sostituire le sigarette con prodotti alternativi, come le sigarette elettroniche o quei dispositivi che eliminano la combustione del tabacco, come Iqos di Philip Morris, in grado di ridurre significativamente le sostanze dannose o potenzialmente dannose presenti nel fumo di sigaretta. L’obiettivo è alla portata: ad esempio sono stimati in 10mila al giorno i fumatori che decidono di passare ad Iqos.

Se ne è discusso a Washington, al tradizionale appuntamento col summit sulle sigarette elettroniche e i prodotti alternativi al tradizionale fumo, che ha riunito alcuni dei maggiori esperti americani e del Regno Unito.

Robin Mermelstein, docente di Psicologia e direttore dell’Istituto di Ricerca Medica dell’Università dell’Illinois ha spiegato quali potrebbero essere le strategie migliori per abbandonare la sigaretta.

“Le strategie più efficaci per aiutare chi vuole che vogliono passare a prodotti alternativi alla sigaretta o verso i quali sono inefficaci i sistemi tradizionali per abbandonare il fumo possono essere provare a usare prodotti potenzialmente meno nocivi. Questo richiede un po’ di pazienza, un po’ di training e un atteggiamento positivo verso i problemi e magari cercare il supporto degli addetti ai lavori e degli esperti per avere un sostegno che può aiutare”.

Questo il parere di Eric Donny, docente di Fisiologia e Farmacologia alla Wake Forest School of Medicine, Carolina del Nord.

“Penso che le strategie più efficaci debbano comprendere l offerta ai consumatori delle scelte per delle alternative meno nocive ma anche far capire la nocività della sigaretta. Le alternative sono queste due e probabilmente la via più efficace è perseguirle entrambe”.

“Certamente c’è una percezione sbagliata del danno provocato dalla nicotina e questo può penalizzare l’uso di prodotti alternativi. Ridurre la nicotina nelle sigarette può mandare un messaggio sbagliato di avere prodotti più sicuri. Penso che bisogna perseguire una strategia volta a cambiare questo messaggio e questa percezione, rendere chiaro che la linea di condotta è prendere di mira i prodotti più nocivi e non la nicotina, al fine di dissociare la nicotina dalla nocività”.

“Penso che i prodotti alternativi abbiano due caratteristiche fondamentali: la prima è capire se siano o no dei prodotti validi come alternativa alle sigarette e se questi prodotti hanno la capacità allontanare i consumatori dal consumo delle sigarette. L’altra questione importante è la loro tossicità. Se un prodotto come Iqos ha una tossicità ridotta e quindi un danno minore, io penso che abbia le potenzialità per essere un beneficio per la salute della popolazione, ma le due cose devono avvenire contemporaneamente. Per i prodotti come Iqos io penso che la questione principale sia quanto la riduzione del danno in relazione alla tossicità possa farlo ritenere un alternativa efficace.”

Sono davvero efficaci questi dispositivi alternativi? Lo abbiamo chiesto a Lion Shahab, professore associato di Psicologia Pubblica nell’University College di Londra

“Sulla base delle evidenze che abbiamo, al momento sigarette elettroniche e dispositivi che riscaldano il tabacco sembrano essere efficaci per coloro che vogliono smettere di fumare; penso che la ricerca debba andare avanti e prendere in considerazione le novità in questo campo, dato che la maggior parte delle ricerche sono state effettuate su dispositivi ormai obsoleti e alcuni dei prodotti più recenti sembrano essere ancora più efficaci”.

Il punto è allora il bilanciamento fra rischi ed opportunità. Come?

“Buona domanda, difficile a farsi. Penso che potrebbe essere un problema, ad esempio potrebbe indurre la popolazione più giovane ad avvicinarsi al fumo. Oppure qualcuno potrebbe fermarsi alla sigaretta elettronica, ma altri no. Comunque non c è stato, se guardiano alle statistiche, un significativo impatto sulla popolazione giovane. Ovviamente c è un rischio associato ai prodotti alternativi, ma, se paragonati alle sigarette, i primi sono molto meno rischiosi. Penso dunque che, in generale, se quesiti diventassero molto più diffusi non potrebbe essere che positivo per la popolazione”.