Agenda 2030, Yunus: questo sistema economico non è sostenibile

Il premio Nobel, a Bologna, interviene al Salone della CSR

APR 19, 2018 -

Bologna (askanews) – E’ il sistema economico mondiale così come è costruito a non essere sostenibile, perché è finalizzato a concentrare la ricchezza in pochissime mani e a escludere il maggior numero possibile di persone. Quindi se si vuole parlare di economia sostenibile si deve prima di tutto prendere atto che questo meccanismo va cambiato affinché la ricchezza possa essere ridistribuita e condivisa da tutti.

 

E’ Muhammad Yunus a ribadire questo concetto con parole tanto semplici e pacate quanto dirompenti. “Siamo abituati a sentire dire che l’un per cento della popolazione possiede più del 99 per cento della ricchezza mondiale – ha detto il banchiere dei poveri – Ma capovolgiamo questa affermazione: il 99 per cento della popolazione ha accesso a meno dell’un per cento della ricchezza mondiale. Come possiamo chiamare valido un sistema che mette tutta la ricchezza in un angolo e nulla dove ci sono tutti. Quindi questo sistema va ridisegnato”.

 

Muhammad Yunus, – premio nobel per la pace e ideatore del modello di microcredito come strumento di crescita dei più poveri – è intervenuto a Bologna all’incontro “le Rotte della sostenibilità” .

La sua analisi è partita dalla considerazione che i 17 obiettivi dell’agenda 2030 puntano come fine ultimo a che “nessuno debba essere lasciato indietro”. Ma con l’attuale sistema economico mondiale ciò non è possibile. “Abbiamo un sistema e una economia globale costruiti proprio sul principio di lasciare tutti in dietro – afferma Yunus – E in un mondo in cui si costruisce un meccanismo per lasciare tutti indietro è estremamente difficile assicurare poi che ‘nessuno’ venga lasciato indietro.

Quindi è questo sistema a non essere sostenibile: dobbiamo prenderne atto. Continuo a ripetere che è una bomba a orologeria già innescata che può esplodere in ogni momento dal punto di vista sociale, economico, politico”.

 

I 17 goal dell’agenda 2030 sono comunque per Yunus un modello di riferimento importante, ma per evitare che restino un sogno, un principio incoerente con la realtà – ribadisce – bisogna invertire il flusso che porta la ricchezza ad essere accumulata verso il livello più alto e sempre più esclusivo della scala sociale. “Questo è stato un sogno per tantissimo tempo – dice – ma noi sogniamo una cosa, poi però costruiamo un meccanismo diverso, che va nella direzione opposta al sogno: un’incoerenza. E quindi dobbiamo trovare il modo di fermare il sistema, invertire il suo senso, in modo che la ricchezza torni verso il basso e venga condivisa”. Ma come fare? Yunus indica due strade alternative lasciando però la scelta aperta. “Abbiamo due opzioni – dice – possiamo creare un sistema alternativo o modificare il sistema immettendo gli appropriati cambiamenti per fare in modo che i flussi di ricchezza invertano lo direzione”.

 

L’appuntamento bolognese de “le Rotte della sostenibilità” è stato organizzato dal Salone della CSR in collaborazione con Impronta Etica e SCS Consulting come tappa di avvicinamento all’appuntamento nazionale del Salone, a Milano, in Bocconi, il 2 e 3 ottobre 2018.

Prima di lasciare la sala Yunus ha voluto ribadire che la sfida della sostenibilità riguarda tutti, perché tutti noi costruiamo il sistema economico, quotidianamente, con le nostre scelte. “L’attuale sistema non è sostenibile – conclude – Ed è un nostro impegno cambiarlo, una sfida da prendere ciascuno di noi, perché noi costruiamo il sistema”. ( luca.ferraiuolo@askanews.it )