La Francia celebra l’Italia del noir, tutti pazzi per Carrisi

Al salone "Quais du Polar" a Lione anche Lucarelli e Di Giovanni

APR 9, 2018 -

Lione, (askanews) – Il libro giallo italiano protagonista alla 14esima edizione del Salone “Quais du Polar” di Lione, il festival internazionale dedicato alla letteratura thriller e criminale che con oltre 120 scrittori invitati da 15 paesi, rappresenta uno dei principali eventi mondiali del genere.

Hélène Fischback, direttrice della kermesse lionese, spiega:

“Quest’anno abbiamo deciso di riservare il posto d’onore agli autori italiani perché in Francia c’è un forte interesse per il ‘noir’ d’Oltralpe. E’ da alcuni anni che gli scrittori italiani del genere sono sempre più presenti nelle librerie francesi”.

“Quello che amano di più i francesi del ‘polar’ italiano è la possibilità di immergersi nella vostra realtà, fare un viaggio nelle città e nelle regioni della penisola, perché i francesi adorano l’Italia”, aggiunge Fischbach sottolineando che lo scrittore più letto dai francesi è Andrea Camilleri con la saga del commissario Montalbano. “Però da alcuni anni l’attenzione dei lettori francesi è stata catturata anche dai libri di Donato Carrisi, un autore conosciuto e apprezzato in Francia”, conclude.

E il fresco vincitore del David di Donatello 2018 con il film “La ragazza nella nebbia” , tratto dall’omonimo best seller, è consapevole di essere in Francia l’autore più letto dopo Camilleri. “Sì, ne ho la consapevolezza ed è una cosa che ancora oggi mi sorprende”, commenta Carrisi a margine di un incontro con i lettori transalpini al Museo des Beaux Art di Lione. “Il rapporto che si è creato in questi anni con il pubblico francese è molto intenso, è quasi uno scambio e la Francia è diventata anche il mio secondo Paese ormai”.

Carrisi, avvocato mancato, ha iniziato a scrivere per il cinema, “in realtà ho cominciato come sceneggiatore nel ’99 e poi sono passato a scrivere romanzi perché nessuno voleva fare film tratti dalle mie sceneggiature. Ma non sono né uno scrittore, né un regista sono un narratore, fino a quando avrò storia da raccontare lo farò, la forma attraverso cui avviene tutto questo è relativa”.

A Lione, l’Italia presenta una nutrita compagine di romanzieri tra i quali, Maurizio De Giovanni, autore della saga di libri da cui è nata la fortunata serie Tv ‘I bastardi di Pizzofalcone’, Antonio Lanzetta, ‘lo Stephen King italiano’, Gioacchino Criaco, con il suo noir di matrice calabrese ‘Le Maligredi’ e Carlo Lucarelli, apprezzato non solo in Francia, per le fortunate serie dei commissari De Luca e Coliandro.

Per Lucarelli il successo del noir italiano in Francia si spiega “con il fatto che facciamo un po’ le stesse cose, diciamo noir italiano, noir francese, ma esiste una categoria un po’ più vasta che è quella del ‘noir mediterraneo’, che adesso ha preso altre forme, però ai tempi in cui esplodeva il noir e cominciavamo a capire che cosa stavamo facendo, esisteva il cosiddetto ‘noir mediterraneo’, autori francesi, italiani, spagnoli, greci anche tedeschi, che facevano un po’ la stessa cosa raccontavano la società contemporanea e la sua trasformazione, gli aspetti politici e sociali, con una certa attenzione al linguaggio e con personaggi che fossero molto umani e molto contraddittori: andavamo da Pepe Carvalho ai nostri protagonisti, fino al francese Jean Claude Izzo”.

Sull’Italia, Paese dei più grandi misteri, da Moro ad Ustica, da Piazza delle Loggia alla strage di Bologna, Lucarelli se avesse la possibilità di risolverne uno non avrebbe dubbi: “Io lo scelgo il caso, perché potrei dire tutti: Moro, Ustica, io dico la strage di Bologna perché sono bolognese vado a prendere il treno, vedo quel buco, conosco un po’ di gente che ha segni addosso di quello che è successo. Se potessi risolvere io un caso con la bacchetta magica vorrei sapere perché hanno messo quella bomba e soprattutto perché hanno depistato: sarebbero risposte che possono aprire uno scenario di cesura tra le vecchie e le nuove repubbliche” .