Albanese va “Contromano” per mostrare un’integrazione possibile

Dal 29 marzo il nuovo film, di cui è regista e interprete

MAR 23, 2018 -

Roma (askanews) – Parte da una situazione verosimile, quella di un uomo con un negozio che fa pochi affari e guarda con diffidenza lo straniero che vende la merce di fronte a lui, il nuovo film di Antonio Albanese “Contromano”, nei cinema dal 29 marzo. Nelle vesti di attore e regista affronta un tema come l’immigrazione in maniera lieve. Il protagonista sull’onda del “riportiamoli a casa loro” intraprende con due immigrati, interpretati da Alex Fondja e Aude Legastelois, un viaggio in macchina da Milano al Senegal che svelerà le sue fragilità e la sua umanità.

Per gli attori questa contrapposizione tra “noi e loro”, che è sempre più netta nella nostra società, può essere superata. “Frequentandoci, vivendo, contattandoci, convivendo, ascoltandoci. Non ci si ascolta più, c’è quella diffidenza che è un grande peccato. Siamo, come diceva Aude, umani, e si parte da quello. Si parte nel loro caso da una disperazione spaventosa, quindi questo è. Non è un alibi il loro, è una condizione”.

Penso che quando si passa del tempo con qualcuno, si attraversa questo genere di avventura, ci si dimentica da dove si viene, la differenza d’età, si dimenticano tutte le differenze. Si guarda oltre la cornice dell’identità”.

Secondo Albanese c’è un grande ostacolo al dialogo con l’altro. “Il boicottaggio mentale da parte di mass media, non mass media, da tutto quello che un po’ ci circonda. Se accendi il computer, se leggi, se guardi un certo tipo di movimento, di diffidenza, di nevrosi, di nervosismo.. Noi siamo immersi in questo, e questo ti condiziona quotidianamente e questo crea anche tutto quello che umanamente e politicamente sta nascendo in questo Paese”.

Per Albanese neanche il futuro governo in Italia riuscirà a gestire il fenomeno dell’immigrazione. “Non cambierà niente, tendenzialmente non cambierà niente. Può cambiare ogni tanto qualche invenzione delle loro, ma non cambierà tendenzialmente niente. Non c’è una soluzione a questo grande movimento. L’unica soluzione, come dicevo prima è quella di poter dare a loro là una possibilità diversa, un aiuto”.