Turismo in Italia, valore aggiunto 103,6 miliardi e +4,6% arrivi

XXI rapporto dell'Iriss-Cnr presentato per la Bit

FEB 14, 2018 -

Milano (askanews) – L’Italia con 53 siti Unesco è il primo Paese al mondo per disponibilità di patrimonio artistico-culturale e tra i primi 3 dove si consiglia viaggiare nel 2018. Il valore aggiunto attivato dal turismo è di 103,6 miliardi di euro, pari al 6,9% del totale, il numero degli occupati ha superato i 3,2 milioni, circa il 13,2% dell’occupazione nazionale. Sono i dati del XXI Rapporto sul turismo italiano, curato dall istituto di ricerca su innovazioni e servizi per lo sviluppo del Consiglio nazionale delle ricerche del Turismo di Milano. Il direttore Alfonso Morvillo, che ha curato il rapporto: “Adottando un’accezione allargata di turismo vediamo che pesa oltre il 12% del Pil, aumentato rispetto all’anno scorso, vale tre volte l’agroalimentare e 4 il tessile abbigliamento in termini di valore aggiunto, è un settore strategico su cui assolutamente puntare”.

Francesco Palumbo della Direzione generale turismo del ministero per i beni e le attività culturali. “I numeri 2017 e le proiezioni 2018 ci dicono che il turismo italiano è in un momento di grandissimo boom e rilevanza con +4,6% di arrivi e 6,7% di presenze, del 23,7% di spesa in più al Sud Italia e bilancia dei pagamenti in attivo. Il rapporto è importante perchè proprio in questi momenti storici bisogna avere il coraggio di cambiare e portare innovazione”.

Il dato negativo è che l’Italia cresce comunque meno dell’Europa e non in modo uniforme da regione a regione. “Le più significative sono Puglia, Sardegna e Lombardia, in alcune regioni del Sud c’è invece un calo”.

Nel 2016 i consumi turistici in Italia sono stati pari a 93,9 miliardi di euro, di cui 36,4 riconducibili alla domanda straniera (38,7% del totale) e 57,6 miliardi a quella interna (61,3% del totale). Il turismo domestico tra 2015 e 2016 è cresciuto dell’1,6%, quello straniero in media del 2,5% in 5 anni con in testa i tedeschi e poi francesi e britannici. È il risultato anche di fattori esogeni legati a crisi economiche, catastrofi naturali, attentati terroristici e cambiamenti strutturali del settore come la diffusione della sharing economy e la reintermediazione con gli agenti di viaggio online oltre a nuovi fenomeni come il turismo per lo shopping, di lusso o Lgbt.