Rapporto Oxfam: sempre più divario tra paperoni e poverissimi

Un Ceo guadagna in un giorno come un dipendente in un anno

GEN 22, 2018 -

Roma, (askanews) – Una piccola élite con enormi fortune a fronte di centinaia di milioni di persone che lottano per la sopravvivenza con salari da fame. Sono sempre più estreme le disuguaglianze economiche secondo quanto denuncia il nuovo rapporto di Oxfam diffuso alla vigilia del Forum mondiale di Davos. Dati allarmanti, secondo cui tra il marzo 2016 e il marzo 2017, l’82% dell’incremento di ricchezza netta è andato all’1% più ricco della popolazione globale, mentre a 3,7 miliardi di persone, che costituiscono la metà più povera del mondo, non è arrivato un centesimo.

Il rapporto, “Ricompensare il lavoro, non la ricchezza” evidenzia come in un anno il numero di miliardari sia aumentato

al ritmo di 1 ogni 2 giorni e come su scala globale, tra

il 2006 e il 2015 la ricchezza a nove zeri sia cresciuta del 13%

all’anno, 6 volte più veloce dell’incremento annuo

salariale, di appena il 2%, che ha riguardato i comuni

lavoratori.

Negli Stati Uniti un amministratore delegato può percepire in poco più di 1 giorno una cifra pari al reddito

medio che un lavoratore della compagnia da lui amministrata

percepisce in 1 anno. Numeri spaventosi, se si pensa che con un terzo del volume dei dividendi versati nel 2016 agli

azionisti dei 5 principali marchi mondiali dell’abbigliamento sarebbe possibile garantire a 2,5 milioni di vietnamiti impiegati nel settore un salario dignitoso.

Tra le ragioni principali di queste disuguaglianze, la corsa alla riduzione del costo del lavoro, la negligenza verso i diritti dei lavoratori, la drastica limitazione del loro potere di contrattazione nel mercato globale e i processi di esternalizzazione. Peggio ancora per le lavoratrici: in tutto il mondo guadagnano meno degli uomini, operando frequentemente in ambiti sottopagati e privi di sicurezza.

E l’Italia non sta meglio: a metà del 2017 il 20% più ricco degli italiani deteneva oltre il 66% della ricchezza nazionale netta.