Puigdemont in Danimarca, Madrid rinuncia ad arresto

Mentre il parlamento catalano lo candida come presidente

GEN 22, 2018 -

Roma, (askanews) – Continua senza esclusione di colpi la guerra politico-giudiziaria fra Madrid e Barcellona: l’ex presidente catalano Carles Puigdemont, a Bruxelles per evitare il carcere a seguito della dichiarazione di indipendenza della Catalogna dello scorso 27 ottobre, ha lasciato per la prima volta il Belgio per partecipare a un simposio all’università di Copenaghen. Il Tribunale supremo spagnolo ha rinunciato a emettere un mandato di arresto europeo.

Dalla capitale danese, il leader indipendentista catalano ha mandato un messaggio: “Il 21 dicembre il popolo catalano ha mandato un messaggio all’Europa e al mondo. Non capitoleremo di fronte all’autoritarismo nonostante le minacce di Madrid. Presto formeremo un nuovo governo”,

In mattinata, nel parlamento regionale catalano eletto lo scorso 21 dicembre e in cui gli indipendentisti hanno ottenuto nuovamente la maggioranza, il presidente della camera Roger Torrent aveva “candidato” ufficialmente Puigdemont all’investitura come presidente della Generalitat, il governo autonomo regionale catalano: “Certifico che l’unico candidato proposto è stato il signor Carles Puigdemont i Casamajò. Di conseguenza, dato che ho potuto constatare che si tratta di chi può ottenere il maggior consenso, proporrò alla camera il deputatp Carles Puigdemont i Casamajò come candidato alla presidenza della Generalitat”.

Torrent ha spiegato che nonostante sia perseguito penalmente da Madrid, la candidatura di Puigdemont è “totalmente legittima”.

Il fronte indipendentista accusa Madrid di aver scatenato un’offensiva giudiziaria contro Puigdemont e gli altri membri del suo ex governo per motivi esclusivamente politici.

Nella motivazione con cui ha respinto la richiesta di mandato d’arresto europeo per Puigdemont in occasione del suo viaggio in Danimarca, il giudice istruttore del Tribunale Supremo spagnolo ha argomentato che un arresto di Puigdemont in questa fase faciliterebbe l’esercizio del suo voto in una sessione parlamentare per investirlo come presidente del governo catalano. Madrid ha annunciato di non voler consentire che Puigdemont sia nominato presidente finché sarà all’estero, ma ha anche promesso di arrestarlo qualora tornasse in Spagna.

Attualmente l’ex vicepresidente Oriol Junqueras, l’ex consigliere all’Interno Joaquim Forn e i presidenti di due importanti associazioni della società civile catalana sono in carcere preventivo con le accuse di “sedizione” e “ribellione”, con Puigdemont e altri quattro ex ministri a Bruxelles per evitare l’arresto.