Coldiretti-Symbola, Dop e Igp: dai piccoli comuni il 92%

Presentato a Roma il rapporto "Piccoli comuni e tipicità"

GEN 11, 2018 -

Roma, (askanews) – Ben 270 dei 293 prodotti a denominazione di origine (Dop/Igp) italiani riconosciuti dall’Unione europea hanno a che fare con i piccoli comuni, quelli con meno di 5.000 abitanti, che rappresentano il 69,7% dei 7.977 comuni italiani e in cui vivono più di 10 milioni di persone. È quanto emerge dallo studio “Piccoli comuni e tipicità” condotto da Coldiretti e Fondazione Symbola, presentato a Roma nella sala congressi di Palazzo Rospigliosi in occasione dell’apertura dell’anno nazionale del cibo italiano nel mondo. Tesori enogastronomici – come la mortadella abruzzese di Campotosto, le lenticchie della palermitana Ustica, i fagioli del comune piemontese di Saluggia tra quelli esposti in occasione della presentazione – che rappresentano un patrimonio sotto diversi punti di vista, come evidenzia il presidente di Coldiretti Roberto Moncalvo:

“Il 92% delle produzioni agroalimentari di qualità nasce nel piccoli comuni. Un patrimonio economico ma anche culturale, storico, paesaggistico, un grande elemento di attrazione turistica e, infine, una grande opportunità di occupazione per quei 4 milioni di giovani che hanno scelto di vivere nelle aree dei piccoli comuni”.

Molti i sindaci presenti in sala, per portare anche la voce dei piccoli comuni che, come sottolinea il presidente della Fondazione Symbola Ermete Realacci, rappresentano il meglio dell’Italia:

“I piccoli comuni sono un concentrato delle qualità del nostro Paese. Un incrocio tra storia, natura, cultura, comunità, capacità di produrre cose che piacciono al mondo. Il 92% delle produzioni di maggiore qualità in Italia ha a che fare con i piccoli comuni. Una scommessa sui piccoli comuni – prosegue Realacci – che oggi è più possibile perché è stata approvata una legge, a mia prima firma, all’unanimità da Camera e Senato che mette a disposizione un’idea di Italia in cui banda larga, scuole, presidi sanitari, uffici postale, produzioni di qualità, cultura, storia e natura stanno assieme. Abbiamo enormi problemi – conclude Realacci – abbiamo grandi sfide davanti ma possiamo affrontarle solo se mobilitiamo la parte migliore del Paese, soltanto se l’Italia fa l’Italia”.