Georgia e Italia, musica per i 25 anni di relazioni diplomatiche

Serata concerto a Palazzo Ferrajoli. Cresce segmento business

DIC 6, 2017 -

Roma, (askanews) – Palazzo Ferrajoli, a Roma, è stata la cornice del 25° anniversario delle relazioni diplomatiche tra Georgia e Italia, con un concerto di musiche del famoso compositore georgiano Giya Kancheli nell’interpretazione del mezzosoprano Nino Surguladze e del pianista Alessandro Stella.

Festa dunque per Italia e Georgia, che vedono crescere infatti gli scambi culturali tra i due Paesi, con un sempre maggior numero di presenze dall’Italia, incentivate anche dall’apertura, lo scorso anno, della tratta Milano-Kutaisi (seconda città della Georgia). Nel 2018 si inaugurerà poi la tratta Roma-Kutaisi. Cresce anche il turismo dall’Italia, aumentato nei primi dieci mesi dell anno del 17% rispetto allo stesso periodo del 2016. E crescono i rapporti tra imprese. Come conferma l’ambasciatore della Georgia in Italia, Karlo Sikharulidze:

“Nel 2017 le relazioni tra Italia e Georgia sono state molto dinamiche. Il presidente Gentiloni ha visitato la Georgia ed il mio primo ministro ha fatto altrettanto in Italia. Abbiamo organizzato intensi business forum in Italia con il grande aiuto dei miei colleghi della Farnesina. Più di 250 aziende georgiane e italiane sono intervenute, e recentemente il sottosegretario Scalfarotto ha visitato la Georgia con un gruppo di invitati speciali italiani del mondo del business. Passo dopo passo dunque gli imprenditori italiani stanno guardando sempre più alla Georgia e ne siamo felici e siamo certi che questo incontro avrà sempre maggiore sviluppo nei prossimi anni”.

Tornando alla musica, quella lirica georgiana ha inizio proprio grazie all influsso di quella europea, dalla seconda metà del XIX secolo. Il Teatro dell Opera di Tbilisi venne fondato nel 1851 e da quel momento furono messi in scena opere, balletti, operette e concerti di musica sinfonica italiana, tedesca, francese e russa. Musica che, come sottolinea il maestro Alessandro Stella, grande conoscitore e interprete delle partiture di Kancheli, come forse niente altro è in grado di unire:

“La cultura in generale è veramente fondamentale per mettere in relazione popoli diversi. La musica poi, in maniera particolare, è tra le arti forse quella che più naturalmente unisce”.