“Ferdinando”, identità sconvolte con Ruccello al Piccolo Eliseo

Capolavoro dell'autore scomparso a trent'anni, regia Nadia Baldi

OTT 19, 2017 -

Roma, (askanews) – Una baronessa borbonica, una parente povera, un prete ambiguo, un bel ragazzo che semina disordine: va in scena al Piccolo Eliseo a Roma “Ferdinando”, capolavoro di Annibale Ruccello, ambientato nel 1870, viaggio nei meandri dell’individuo e dell’identità sessuale, ma anche nell’identità dell’Italia. La regista, Nadia Baldi:

“ha questa capacità Ruccello in questo testo di attraversare tutte le sfaccettature umane, e nel femminile indaga quelle che sono le fragilità ma anche le forze”.

Al centro della scena la baronessa, stravolta dalla perdita del suo mondo che cambia nell’Italia che si unisce. Donna Clotilde è Gea Martire: “Non regge questo colpo che la disorienta e non si riconosce in niente e nessuno, innanzitutto in una lingua italiana che le è totalmente estranea e che lei si rifiuta di usare”.

La lingua, anima del teatro di Ruccello, in tutte le sue sfaccettature: Fulvio Cauteruccio è Don Catellino, il prete che come Donna Clotilde sarà sconvolto dall’arrivo del bel Ferdinando: “Non a caso io faccio un don Catellino, essendo calabrese, smaccatamente calabrese e non napoletano ma in effetti i preti e i soldati nel regno delle Due Sicilie provenivano dalla Calabria. Quindi si parla di una minoranza di un popolo che viene defraudato di tutto ed è molto intelligente l’operazione che fece Ruccello trent’anni fa, purtroppo non ci ha potuto regalare altre meraviglie”.

Annibale Ruccello se ne è andato ad appena trent’anni nell’86 in un banale incidente d’auto, sulla Roma-Napoli. Ci restano i suoi testi e la sua lingua, una lingua che non pone difficoltà agli spettatori:la lingua napoletana è musica, e in quanto musica riesce ad arrivare ai sensi; a teatro per fortuna la lingua non è una cosa che si legge, ma una cosa che si vive; è una forza che supera qualsiasi razionalità. E per Gea Martire, “Uno dice ma che è, che vuol dire; ma nella teatralità si capisce subito, è la grande lingua di questo autore”.