Conegliano Valdobbiadene superiore Docg, il prosecco eroico

In 2016 90 mln di bottiglie. 2017 complesso ma di soddisfazione

OTT 19, 2017 -

Milano (askanews) – Nel variegato mondo del prosecco, occupa un posto di eccellenza. Un’eccellenza garantita dal territorio su cui nasce, quelle colline adagiate tra le asperità delle Dolomiti e la laguna veneta. E dalla sapienza degli uomini che qui lo producono da oltre 140 anni. Il Conegliano Valdobbiadene prosecco superiore Docg è il frutto di questo lembo di terra fortunata, 15 Comuni nelle Prealpi trevigiane comprese tra la capitale produttiva, Valdobbiadene, e Conegliano, capitale culturale, come ci racconta Innocente Nardi, presidente del Consorzio di tutela: “E’ un territorio collinare tra i 100 e i 500 mt slm dove ci sono caratteristiche climatiche che hanno creato un ambiente ideale per la coltivazione della Glera che produce il prosecco superiore di Conegliano Valdobbiadene”.

I filari aggrappati alle pareti scoscese delle colline rendono chiaro il concetto di coltivazione eroica che caratterizza questo territorio: qui si arriva a 800 ore di lavoro per ettaro contro le 150 necessarie in pianura, senza contare fatica e difficoltà.

“Chi viene nel nostro territorio e vede le colline capisce che la manualità dell’uomo è fondamentale per la produzione del prosecco superiore: sono colline con pendenze molto accentuate dal 40 al 55% dove le attrezzature meccaniche accedono solo parzialmente”.

Dai 7.500 ettari coltivati a vigna da oltre 3mila viticoltori, nel 2016 sono state prodotte 90 milioni di bottiglie, dietro le quali si nascondono una ricerca e uno studio di lunga data.

“Associa la bellezza del territorio con la sapienza dell’uomo con la cultura enologica tant’è che la capacità di interpretare questo prodotto è dovuta alla ricerca che si è sviluppata soprattuto a Conegliano sede della prima scuola enologica italiana”.

Gli studi condotti nel tempo hanno portato all’elaborazione di un metodo specifico per la spumantizzazione del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore, il cosiddetto metodo italiano o Martinotti che prevede la seconda rifermentazione in autoclavi a tenuta di pressione, capaci di preservare gli aromi dell’uva glera. Tecniche, dunque, e territorio sono i due elementi che conferiscono unicità a questa Docg come ci spiega Giorgio Rinaldi, Consigliere Nazionale dell’Associazione Italiana Sommelier: “Sotto il nome prosecco ci sono quasi 600 miloni di bottiglie, il Conegliano Valdobbiadene sono circa 90 milioni una fetta molto piccola ma cercata in un luogo storico che ha fatto conoscere l’aspetto qualitativo del prosecco in giro per il mondo “.

A temprare ulteriormente il lavoro in quest’ultima annata ci sono state le difficoltà climatiche, con le gelate e le grandinate ma alla fine per il presidente Nardi si tratta di una annata di grande soddisfazione: “Il prodotto 2017 è sicuramente di valore e interesse. Crediamo che i consumatori lo possano apprezzare dalla primavera del prossimo anno”.