Bufera Bankitalia, scende in campo il Colle a difesa autonomia

Scade mandato Visco: fuoco alle polveri della campagna elettorale

OTT 19, 2017 -

Roma (askanews) – La campagna elettorale, ormai alle porte, sarà molto agitata. Qualsiasi dubbio ci fosse mai stato in merito è stato spazzato via dalla vicenda Bankitalia.

Il gruppo parlamentare del Pd alla Camera ha approvato una mozione di maggioranza che chiede una fase nuova a Bankitalia proprio mentre giunge a scadenza il mandato del governatore Ignazio Visco. Una decisione che ha dato una violenta scossa alla scena politica. E ha scompaginato anche gli equilibri del partito che esprime il presidente del Consiglio. Il cui segretario, Matteo Renzi, considerato l’ispiratore della mozione, appare sotto attacco da più fronti interni. Da Napolitano a Zanda sino a Veltroni.

Il leader del Pd, in realtà, sta già scrutando l’inquieto orizzonte elettorale e non vuole presentarsi alle urne come il “difensore delle banche”, specie dopo il caso di Banca Etruria che il Movimento 5 stelle ha impugnato come una clava per metterlo sotto scacco tramite i noti e imbarazzanti intrecci con la famiglia Boschi. In altre parole, secondo Renzi non bisogna lasciare alle opposizioni la polemica contro i crack bancari.

Ma la sintonia con la pancia degli elettori, ha un prezzo: quello di giungere a un punto critico sia con il premier Paolo Gentiloni sia con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il capo dello Stato è infatti intervenuto a difesa dell’autonomia della Banca d’Italia, considerando che si tratta di un’autorità indipendente inserita nel circuito della Banca centrale europea.

Il pallino della partita passa tra Bankitalia e Palazzo Chigi. La prima deve selezionare una rosa di nomi per la carica di governatore, il secondo deve valutare il candidato e presentarlo al Quirinale che poi procederà alla nomina. Ma la situazione ora si è avvelenata.

Da una parte, il voto della Camera contro Visco rende più difficile il rinnovo del suo mandato mentre dall’altra un cambio del vertice di via Nazionale dopo il “siluro” del Pd aprirebbe la porta a un’ingerenza della politica e del Parlamento nella nomina del governatore di Bankitalia, inedita ed esclusa dalla legge.