“Il cibo sostenibile contro la fame nel mondo”

Rasca (Mercato Metropolitano): valorizzare le produzioni africane

OTT 16, 2017 -

Roma (askanews) – “Cibo sostenibile significa cibo accessibile a tutti, che abbia una filiera certificata e che sia sano, che faccia bene”: lo afferma in questa videointervista ad Askanews Andrea Rasca, teorico della sostenibilità nell’alimentazione e “inventore” del Mercato Metropolitano, che valorizza le produzioni locali e che ha aperto a Milano a Porta Genova in occasione di Expo 2015, poi a Torino a Porta Susa e da un anno a Londra, con molti progetti di espansione in Italia e nel mondo.

Rasca ha partecipato a Roma alle riunioni preparatorie della Giornata dell’Alimentazione della Fao al Cnr. “Il cibo che costa poco – continua Rasca – non è veramente economico, perché è estremamente caro nel lungo periodo sia dal punto di vista della salute che dell’ambiente. Mercato Metropolitano è un tentativo per risolvere questo problema: non siamo una semplice aggregazione di street food, ma una comunità dove tutti gli stakeholder sono coinvolti nel processo: agricoltori, trasformatori e consumatori.

Il cibo sostenibile è anche una grande risposta al problema della fame nel mondo attraverso lo sviluppo della logistica e di punti di approvvigionamento. Stiamo cercando per questo di andare, con la Fao e con altri, nei luoghi dove il cibo si produce e spesso si spreca a causa dell’inefficienza delle infrastrutture e per mancanza di educazione e volontà politica. Stiamo lanciando un progetto a Kampala, in Uganda, dove c’è una delle migliori agricolture del mondo, ma mancano le infrastrutture logistiche e di trasporto. E poi c’è il tema della sostenibilità delle città: ricollegare i consumatori urbani alle comunità dove il cibo viene prodotto.

Vogliamo andare in Iran, dove il cibo è spettacolare, in Medio Oriente per aiutare queste popolazioni a creare filiere corte per vendere nelle metropoli. Lanceremo una campagna di crowdfunding per raccogliere dal pubblico capitali da investire in ogni Paese dove la pensano come noi.

Ci stanno venendo a cercare: abbiamo progetti in diverse città dell’Inghilterra. Stiamo facendo un grosso progetto a Parigi dove svilupperemo un intero quartiere, quattromila metri quadri di culture idroponiche. In Germania faremo una fattoria sostenibile.

In Italia siamo stati contattati da Ca’ Foscari a Venezia, abbiamo trattative aperte con gli Usa e col Giappone. Ai giovani che vogliono occuparsi di cibo sostenibile dico: studiate le materie nuove perché è cambiato il paradigma del business. Per questo con alcune università stiamo lanciando una nuova specialistica che leghi insieme i temi della sostenibilità e dell’economicità”.