Il caccia “Zero” dei kamikaze torna a volare nei cieli giapponesi

L'aereo è uno dei soli quattro esemplari ancora volanti al mondo

GIU 27, 2017 -

Tokyo (askanews) – A dispetto della sua storia di successi, è diventato famoso soprattutto per essere stato il caccia usato da kamikaze giapponesi sul finire della Seconda guerra mondiale. Parliamo del Mitsubishi A6M, conosciuto col nome di “Zero”, aereo imbarcato della Marina nipponica, apprezzato dai piloti e temuto dai nemici, grazie a un’eccezionale maneggevolezza e a un’incredibile potenza di fuoco che ne fecero un’arma micidiale.

Oggi, oltre 70 anni dopo la fine della guerra, uno degli ultimi 4 “Zero” ancora volanti è tornato a solcare i cieli del Giappone grazie alla determinazione del suo proprietario, Masahide Ishizuka.

“Questo cucciolo è nato 75 anni fa qui in Giappone ma ha vagato a lungo nei cieli stranieri – ha spiegato – ecco perché ora ha fatto ritorno nel suo Paese e abbiamo intenzione di farlo volare ancora per molto tempo”.

“Se il Giappone è diventato uno dei Paesi all’avanguardia in campo tecnologico è anche grazie ai nostri antenati, capaci di progettare gioielli come questo – ha continuato il proprietario dell’aereo – il nostro obiettivo è mostrare un segno di rispetto nei loro confronti, in segno di gratitudine per la società prospera e pacifica di cui godiamo oggi”.

Il caccia è un esemplare monoposto, sulla cui fusoliera campeggia ancora il sol levante della Hinomaru, la bandiera giapponese. È stato ritrovato nella giungla della Papua Nuova-Guinea, nel 1970 e trasportato negli Stati Uniti dove poi è stato acquistato dall’uomo d’affari giapponese per una somma vicina ai 3 milioni di euro.

E oggi, è ancora una volta un pilota giapponese a tornare ai suoi comandi.

“Questo è un monoposto – ha spiegato – nessuno mi ha insegnato come pilotarlo quindi ho avuto qualche brivido la prima volta. Ho avuto la sensazione che tutti i piloti che sono morti durante la guerra mi stessero guardando. Sono state uccise tante persone ma è colpa degli uomini, gli aerei non ne sono responsabili, sono solo uno strumento, un aereo con facoltà straordinarie”.

Questo è il quarto esemplare ancora volante degli oltre 10mila “Zero” costruiti tra il 1940 e il 1945.