Rigenerare le periferie con la cultura

Galloni (Mibact): importante il coinvolgimento dal basso

MAG 26, 2017 -

Roma, (askanews) – Il futuro delle periferie e come la cultura può rigenerarle. A parlarne è Federica Galloni, direttore generale del ministero per i Beni Culturali con delega alle periferie urbane che spiega come il ministro Franceschini abbia “voluto istituire nel dicastero che si occupa di cultura una linea di azione settoriale proprio sul tema delle periferie urbane, considerandole come obiettivo di intervento strategico a livello nazionale”. Il direttore generale Galloni si occupa, tra l’altro di “elaborare una policy culturale che sia volta allo sviluppo della contemporaneità: un nuovo approccio integrato che identifica nella cultura la leva strategica per promuovere un’Europa più sostenibile”.

 

Proprio a questo tema è dedicato il convegno “Futuro periferie. La cultura rigenera” che l’8 giugno si terrà in una periferia romana, quella di Tor Sapienza, in un complesso militare, quello della ex Cerimant di “prossima dismissione dalla Difesa al ministero dei Beni culturali che, grazie agli stanziamenti già in atto sui fondi Cipe, diventerà un grande centro di attivazione contemporanea e di innovazione sociale”.

 

“L’obiettivo del convegno è quello di contribuire alla rigenerazione di quelle parti della città più fragili, carenti di funzioni e di servizi e caratterizzate da marginalità. Tutto questo per reinventare la città esistente. Basta consumo di suolo, reinventiamo la città esistente con parametri innovativi che mettano al primo posto la cultura. E per farlo la più grande innovazione è non prescindere dalle proposte che arrivano dal basso, ma coinvolgere i cittadini in un processo partecipato. Prendendo in considerazione non tanto e non solo il nostro patrimonio immobiliare, ma quello culturale immateriale che va promosso e valorizzato”.

 

La tesi è che “la cultura può diventare una leva per la crescita economica del paese, non solo come voce di spesa”.

 

“E’ stata effettuata una ricerca che ha riguardato nove aree metropolitane in tutta Italia, esclusa Roma che sarò pronta entro la fine dell’anno. E’ stato indagato il territorio nazionale con parametri nuovi, non solo dimensionali, che ci facessero conoscere i cosiddetti ‘non luoghi’, i luoghi non funzionali, che non hanno servizi, che sono marginali in senso lato. Ci sono centri storici che sono periferie, come nel caso di Taranto o Catania. Perché periferia non è solo il luogo lontano dal centro ma periferie sono anche gli assembramenti nati intorno al grande centro commerciale che diventa lo spazio pubblico. Per noi è fondamentale mettere al centro l’importanza dello spazio di relazione, dello spazio pubblico con il fine di migliorare la qualità di vita dei cittadini che vinono in quelle aeree”.