Crisi coreana, Usa consegnano a Seul un nuovo sistema antimissili

Nordcorea risponde con un'imponente esercitazione di artiglieria

APR 26, 2017 -

Seul (askanews) – Venti di guerra sempre più forti battono la penisola coreana. Gli Stati Uniti hanno cominciato la consegna alla Corea del Sud di un nuovo sistema di difesa missilistico, scatenando le violente proteste della Cina, mentre il regime di Pyongyang non accenna a scalare i toni di sfida nei confronti dell’amministrazione di Donald Trump.

 

Il sistema missilistico di nuova generazione è concepito per intercettare e distruggere missili balistici a corto e medio-raggio e Pechino teme che il dispiegamento possa alterare gli equilibri regionali. Secondo Washington, invece, si tratta solo di fronteggiare al meglio la minaccia nordcoreana.

 

Dal canto suo, Pyongyang ha celebrato gli 85 anni dalla creazione dell’esercito con la più imponente esercitazione di artiglieria della sua storia, supervisionata dal leader nordcoreano Kim Jong-Un. Dopo l’esercitazione, l’esercito ha ribadito la sua lealtà al leader nordcoreano pronto a difenderlo “con 10 milioni di pistole e 10 milioni di bombe”.

 

Le tensioni sono altissime, sottolineate dal continuo scambio di accuse e minacce tra Pyongyang e Washington e gli scenari regionali appaiono sempre più incandescenti. Trump ha deciso di schierare nella zona un gruppo navale di pronto intervento, guidato dalla portaerei Carl Vinson, mentre un sottomarino nucleare, il Michigan, armato di 150 missili da crociera Tomahawk, è già arrivato nel porto di Busan, nella Corea del sud.

 

Come una ciliegina su una torta avvelenata, nelle stesse ore è stata varata la seconda portaerei di Pechino, il cui nome non è stato ancora rivelato, la prima interamente costruita in Cina, nei cantieri navali di Dalian, nel nord-est del paese. Il colossso asiatico, che sino a qualche anno fa non aveva pianificato una significativa e organica proiezione strategica a livello navale, dispone già di un’altra portaerei, la Liaoning, il cui scafo era stato però prodotto negli arsenali navali dell’ex Unione sovietica.