Il segreto della vita, Asia Argento-Rosalind Franklin all’Eliseo

Fino a 16 aprile, scritto da Anna Ziegler diretto da Filippo Dini

MAR 29, 2017 -

Roma (askanews) – Era una donna forte e una scienziata geniale, Rosalind Franklin: per prima fotografò un campione di DNA e la sua doppia elica, ma non fu lei a vincere il Nobel per questa scoperta. Il premio fu assegnato a due colleghi maschi molto ambiziosi, lei rimase vittima del maschilismo dell’ambiente scientifico britannico degli anni ’50 e, a soli 37 anni, di un tumore causato dai raggi X usati in laboratorio. Asia Argento, al suo debutto teatrale, interpreta questa straordinaria figura femminile nello spettacolo “Il segreto della vita”, scritto da Anna Ziegler, diretto da Filippo Dini, in scena all’Eliseo fino al 16 aprile.

Il regista ha spiegato: “Questa è la storia di una grande scoperta scientifica, ma è anche la storia di una grande donna. Di una donna che faticosamente contro la sua personalità, il suo modo di pensare, di essere, cercò freneticamente di trovare un posto, non tanto nella storia, perché non le interessava affatto, ma nel mondo, nella sua vita quotidiana, e, faticosamente, probabilmente, non ci riuscì”.

“Io mi sento veramente come lei, penso di aver vissuto delle situazioni simili, come donna, come essere creativo, non solo per il maschilismo che regna non solo nell’ambiente scientifico ma anche in quello dello spettacolo” spiega Argento. “Anche Rosalind veniva chiamata ‘dark lady’, perché era una donna difficile, intelligente, con delle idee molto chiare, incapace di stare al mondo, con gli altri, dedicata completamente al lavoro, come è stata la mia vita, in realtà: ho sempre solo lavorato, da quando ero bambina. Sicuramente è il più bel personaggio che abbia mai interpretato, c’è una gioia ogni giorno nel lavoro con i miei compagni e colleghi. E’ un dono enorme”.

Accanto ad Asia Argento sul palcoscenico c’è lo stesso Filippo Dini nel ruolo del biologo Maurice Wilkins, Giulio Della Monica, Dario Iubatti, Alessandro Tedeschi, Paolo Zuccari.

“La storia si dipana appunto nel rapporto difficilissimo soprattutto tra Rosalind e il suo capo, Maurice Wilkins, e con tutti i suoi colleghi” prosegue il regista. “In questa contraddizione tra la sua ossessione scientifica e il suo modo di essere nel quotidiano, nella vita professionale con i suoi colleghi, in questo risiede la grandezza di questo personaggio e lo rende così contraddittorio e quindi così teatrale, così affascinante da poterlo interpretare sul palcoscenico”.