Comune di Palermo lascia famiglia con ragazzo malato senza casa

Parla la mamma Domenica Gandolfo, che lancia appello al vescovo

MAR 28, 2017 -

Roma, (askanews) – A Palermo è corsa contro il tempo per far sì che dal primo aprile la famiglia Gandolfo, quattro persone tra cui un ragazzino gravemente malato, non resti senza un tetto sopra la testa. Rimasti senza casa nel marzo del 2016, dopo essere stati sgomberati da un immobile occupato abusivamente, i Gandolfo sono ospiti da un anno nel centro Agàpe, gestito dalla Caritas, nel cuore di Ballarò.

La madre Domenica Gandolfo:

“Mio figlio ha un problema di malattia abbastanza seria e non può stare in mezzo a una strada e allora il Comune aveva promesso delle attenuanti e via di seguito ma poi il Comune praticamente se n’è lavato le mani completamente. Il giorno 1 dicono che devo uscire, ma dove debbo andare?”, denuncia.

La proposta avanzata dal Comune ai Gandolfo è stata quella di trovare un immobile e contribuire per il 30% alle spese di affitto. Una scelta impossibile dal momento che la famiglia vive con la pensione di appena 500 euro percepita per far fronte alle spese per la malattia del figlio.

“Sono soldi suoi, che spendo per lui, per le cose di cui ha bisogno. L’assistente sociale mi ha detto: ‘lei non vuole contribuire, allora il giorno 1 se ne va a stare sotto un ponte e si tiene la pensione'”.

Da qui, attraverso Nino Rocca, figura storica del movimento dei senza casa di Palermo, i Gandolfo hanno rivolto un appello al vescovo di Palermo, don Corrado Lorefice, affinché intervenga personalmente per aiutarli a trovare una soluzione.

“Noi vogliamo fare come Comitato di lotta per la casa e il Sunia, che si è associato a questa proposta, un appello al vescovo che un anno fa ha preso in carico la famiglia Gandolfo all’interno della quale vi è un minore con gravi problemi di salute, un tumore esteso a tutto il corpo, perché continui questa presa in carico”

“Io ora mi metto nelle mani del vescovo affinché prendano un provvedimento e una soluzione perché non so come fare”, conclude la madre.