Indonesia, l’infinito dramma della mutilazione genitale femminile

Vittime 200 milioni di ragazze in 30 paesi al mondo

MAR 27, 2017 -

Milano (askanews) – Questa bambina ha solo 1 anno e mezzo ed è appena stata vittima di una pratica antica quanto violenta: la mutilazione genitale femminile, considerata ancora oggi in molti paesi un rito di passaggio. Qui siamo in Indonesia dove nonostante la condanna delle Nazioni Unite e l’impegno delle Ong nel combatterla, la pratica è ancora diffusa. Sono almeno 200 milioni le ragazze e le donne che in 30 Paesi del mondo hanno sofferto di qualche forma di mutilazione genitale, secondo i dati Unicef e Unfpa (United Nation Population Fund). La metà delle ragazza mutilate nel mondo vive in Egitto, Etiopia e Indonesia.

“Sembra che il governo sia riluttante a proibire queste pratiche – spiega Khorirah Ali, membro della Commissione contro la violenza sulle donne – Io penso sia perché sono consapevoli della resistenza soprattutto dei gruppi religiosi più conservatori”.

Anche se, continua, la religione in realtà non impone questo tipo di mutilazione nei confronti delle donne.

“Nel Corano stesso non si fa alcuna menzione dell’obbligo femminile della circoncisione – spiega – per gli uomini è obbligatorio, ma per le donne non c’è alcun versetto, nessuna parola che obbliga le donne alla mutilazione”.

Nonostante questo, l’abolizione di questa pratica sembra ancora un obiettivo molto lontano da raggiungere.