Howard Schultz annuncia la prima caffetteria Starbucks a Milano

Non insegneremo a fare il caffè agli italiani

FEB 28, 2017 -

Milano (askanews) – La prima caffetteria Starbucks in Italia sarà in piazza Cordusio a Milano nel palazzo che fu delle Poste. Le voci circolavano da tempo ma la conferma questa volta è arrivata direttamente da Howard Schultz, ceo e chairman del colosso statunitense, arrivato a Milano per presentare il progetto. Doverosa la premessa del numero uno, che sa di aver portato il suo modo di concepire la caffetteria in un paese dove il caffè è un culto: “Starbucks non viene in Italia per insegnare agli italiani come si fa il caffè. Non faremo questo, verremo qui con grande rispetto e umiltà dimostrando le nostre innovazione sul caffè”.

“Apriremo un negozio che catturerà l’immaginazione, ma prima di tutto proveremo il più possibile a guadagnare il rispetto e la fiducia del cliente italiano, noi dovevamo venire a Milano”.

Ad accompagnarlo nella presentazione di questo progetto che è solo all’inizio, il sindaco di Milano Giuseppe Sala e Antonio Percassi, che con la sua azienda sta curando l’arrivo in Italia. Solo nel capoluogo lombardo saranno 350 le persone che troveranno impiego, tra loro anche migranti o persone in difficoltà, confermando l’impegno del colosso di Seattle che già ha assunto 10mila rifugiati.

In sala ad ascoltarlo molti imprenditori, da Brunello Cucinelli ad Angelo Moratti, dallo chef tre stelle Chicco Cerea ai coniuigi Lorenzi della storica coltelleria di via Montenapoleone. A loro Schultz ha rivolto il suo grazie, dopo acer ricordato gli inizi di questo sogno.

“Nel 1983 quando sono venuto per la prima volta a Milano, ero giovane e Starbucks aveva solo tre negozi, camminavo per le strade della città e mi sono innamorato dei bar e del caffè italiano. Starbucks allora vendeva caffè per uso domestico, in America non esistevano l’espresso e il caffellatte. Io qui ho visto il senso di comunità e umanità in ogni bar e il rapporto che ha la gente col caffè”.

Oggi quei tre negozi sono diventati 25mila caffetterie in 75 Paesi, ma giura che questa non è una storia di affari e profitti.

“La storia di Starbuck non è solo business ma anche umanità, è la storia di una azienda con valori seri e principi guida”.

Per capire se gli italiani preferiranno il frappuccino al caffellatte bisognerà aspettare il 2018.