Brexit, oggi niente drammi ma domani saremo in acque inesplorate

Convegno a Roma di eunews e Hdrà, sfide e opportunità Italia

LUG 15, 2016 -

Roma, 15 lug. (askanews) – Rassicurazioni sull’immediato: al di là delle montagne russe dei mercati, la Brexit non riserva ricadute automatiche per cittadini e imprese italiane presenti nel Regno Unito. Ma al tempo stesso tanti interrogativi sul medio e lungo termine, perché si va su un terreno inesplorato. E sia l’Unione europea, con tutte le sue contraddizioni, sia la Gran Bretagna, con una situazione politica interna tutta da chiarire, devono attrezzarsi per una negoziato che non sarà né breve né semplice.

Il tutto è stato al centro di un convegno organizzato a Roma da eunews e Hdrà, che si è svolto appena dopo il varo del nuovo governo britannico guidato da Theresa May.

E’ la prima volta nella storia che un Paese esce dall’Unione europea e “la procedura è abbastanza sconosciuta”, ha rilevato Lorenzo Robustelli, direttore di eunews e moderatore del dibattito.

Ma una procedura da seguire c’è, ha sottolineato Beatrice Covassi, capo della Rappresentanza in Italia della Commissione europea. “Brexit è una situazione senza precedenti. Ma c’è una procedura c’è e ci sarà un negoziato di uscita. Non c’è una situazione di panico e destabilizzazione”.

A rassicurare è stato anche il numero due dell’Ambasciata britannica a Roma, Ken O’Flaherty incaricato d’Affari. “Il processo richiede minimo due anni ma può essere esteso oltre. Per il momento non cambia niente. E l’economia del Regno Unito resta solida e open for business”.

E la vicenda potrebbe riservare risvolti positivi. Ad esempio facilitando un via libera europeo a sostegni pubblici per le banche italiane. Secondo Andrea Goldstein, managing director di Nomisma, l’intervento è tecnicamente possibile. “E’ consentito, nelle condizioni in cui non si può fare aumento di capitale sul mercato si può fare pubblico. Il punto è quali condizioni verranno imposte poi per l’uscita dello Stato”.

Tornando alla trattativa, lo stop di Juncker a negoziati informali è credibile per parte della Commissione. Lo è meno sui singoli stati, avverte Silvia Francescon, dello European Council of Foreign Relations. “Potrebbe vacillare nel momento in cui Theresa May inizierà a dialogare con i singoli Stati membri. Sarà un negoziato lungo, difficile e non so quando la notifica Gb avverrà. Anche nel Regno Unito c’è un gap. Pare che stiano arrivando i rinforzi: ci sono negoziatori australiani e neo zelandesi che stanno andando nel Regno Unito per dare man forte”.

In ogni caso secondo Robustelli Londra non tenterà di imbrogliare. “Non credo che il governo britannico proverà a trattare di nascosto. L’unica forza che ha l’Ue è premere politicamente affinché il periodo di incertezza sia il più breve possibile”.