Treu: abbiamo censito 98 diversi servizi di welfare aziendale

Il nuovo libro dell'ex ministro: "Welfare aziendale 2.0"

LUG 13, 2016 -

Roma (askanews) – “Abbiamo censito 98 diversi tipi di servizi aziendali, in grandi aree come l’educazione, la cura delle persone, il sostegno al reddito, la sanità integrativa e la previdenza integrativa”. Lo afferma in questa videointervista il professor Tiziano Treu, già ministro del Lavoro e commissario dell’Inps, uno dei maggiori esperti italiani di politiche del lavoro e welfare, presentando il suo nuovo libro “Welfare aziendale 2.0” (editore Ipsoa).

“Il welfare aziendale integra in vario modo il welfare pubblico. Il motivo per cui si sta sviluppando moltissimo negli ultimi tempi è che lo Stato col welfare pubblico non riesce a far tutto, anche ammesso che abbia più soldi di quelli che ha. Molti bisogni sono così diversi e personalizzati che hanno bisogno di un intervento più vicino alla realtà, a livello nazionale e contrattuale, ma soprattutto aziendale. Poi ci sono stati gli incentivi della Legge di Stabilità e quindi questi servizi sono diventati anche più convenienti, perchè avere un aumento di mille euro in moneta vuol dire che quasi la metà se ne va in tasse e contributi, averli in servizi sono puliti. Tra i servizi più graditi c’è la sanità integrativa per chi non ce l’ha già, perchè è importante avere qualcosa in più rispetto alla sanità pubblica. La previdenza integrativa diventerà sempre più importante perchè le future pensioni non saranno altissime. Poi c’è la serie dei cosiddetti flexible benefit che hanno a che fare con le persone: sia i bambini, quindi asili nodo; sia i giovani con borse e viaggi di studio; sia gli anziani con l’assistenza. Bisogna scegliere bene, perché ogni gruppo di dipendenti ha bisogni particolari: di solito si fanno dei pacchetti a seconda delle situazioni concrete. Avere servizi è sempre più importante nella nostra società, perché i soldi se ne vanno facilmente, i servizi restano”.

Sul tema della dimensione aziendale, Treu conclude: “Fino a ieri i servizi di welfare erano frenati perchè c’erano pochi soldi. Adesso con le nuove disposizioni che consentono di convertire i premi di produttività in servizi di welfare, anche aziende che non hanno soldi in più possono accedere a questi servizi. Quasi tutte le aziende mediograndi hanno uno o più servizi di welfare. Le piccole fanno più fatica, perché occorre avere strumenti per organizzarlo: bisogna trovare un modo per diffonderlo, sia attraverso le associazioni, sia attraverso le grandi imprese o le banche. E per le piccole imprese bisogna fare prodotti semplici: due-tre cose, accessibili on line. Si può fare”.