Symbola, Realacci: ecco i talenti di un’Italia che ce la può fare

A Treia seminario annuale dal titolo "Accadde domani"

LUG 6, 2016 -

Roma, (askanews) – Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente della Camera e presidente della Fondazione Symbola fa il punto, in presentazione, negli studi di askanews sul seminario annuale di Symbola in programma a Treia, nelle Marche, l’8 e 9 luglio, dopo lo svolgimento di Soft economy Festival delle Qualità italiane. Titolo per questa edizione del seminario, “Accadde Domani”:

“A Treia ci sarà una raccolta di talenti – dice Realacci -. Si incontrano soggetti molto diversi, imprese grandi e piccole, territori, associazioni. Esperienze che vengono da tutta Italia ma che hanno un tratto comune, la scommessa sulla qualità, sulle comunità, su una Italia che fa l’Italia. Si farà il punto dei tanti lavori fatti da Symbola e dai suoi partner nel corso dell’anno, da Unioncamere alla Fondazione Edison, poi Enel, Coldiretti, sui temi della cultura, della green economy, dai mobili, alla meccanica, ai parchi. In particolar modo ragioniamo su un tema, il rapporto che c’è tra la coesione e la competizione, tra comunità e imprese, tra il futuro e ciò che ci tiene insieme. C’è una radice dell’Italia che può affrontare i momenti difficili che sta vivendo, dal terrorismo, a Brexit. Ed è l’economia a misura d’uomo, filo conduttore dell’appuntamento di Treia.

Possiamo disegnare la mappa del percorso di eccellenza dei territori italiani in questa nuova visione di economia a misura d’uomo?

“Possiamo citare alcune di queste forze, di questi talenti, sapendo che abbiamo anche tanti problemi come Italia. E non soltanto il debito pubblico, ma la diseguaglianza nella distribuzione della ricchezza, l’illegalità, la corruzione, l’ecomafia, un sud che perde contatto, la burocrazia spesso soffocante. Però abbiamo anche tanti punti di forza. Ad esempio quest’anno è il trentennale di quella che fu una crisi fortissima, il metanolo. Trenta anni fa il nostro vino rischiò di morire, perchè si era scelta una strada sbagliata, cioè grande quantità e basso prezzo, arrivò una sofisticazione criminale, morirono 20 persone, della gente rimase cieca, e ci fu un crollo terribile delle vendite. Dopo si è passati dalla quantità a basso prezzo alla qualità legata al territorio, e oggi la situazione vede un’Italia che produce meno di quanto produceva allora ma produce un vino che vale in esportazioni molto di più. Abbiamo riscoperto vitigni antichi, comunicato al mondo anche attraverso il vino la bellezza dell’Italia. Un altro settore importante è la cultura, che produce bellezza degli oggetti. Ban ki-moon all’Expo di Milano disse una cosa che mi colpì, cioè che quando si mette una cravatta italiana gli sembra di essere più amato dalla moglie. Questa qualità è un pezzo dell’Italia che scommette sul green, in tanti settori anche senza le politiche l’Italia ha fatto passi avanti”.

“Questa è una sfida che riguarda le piccole imprese, i territori, ma anche le grandi imprese – conclude Realacci -. Nella sfida del produrre pulito, della green economy, è un punto di forza dell’Italia il fatto che l’Enel è attualmente l’utilities più avanzata del mondo, l’unica produttrice di energia che sta nel global compact dell’Onu, l’insieme delle aziende che hanno accettato gli impegni del millennio dell’Onu e le sfide della sostenibilità. L’Enel, con il suo ad Starace, ha annunciato che nel 2050 non emetterà più CO2. Quando si fa questo, anche sui territori, allora l’Italia fa l’Italia e ce la può fare”.