Orlandi: ecco la mappa dell’Italia che evade il fisco

Lo studio presentato al Festival dell'Economia Trento

GIU 7, 2016 -

Trento (askanews) – Evasione fiscale ed economia sommersa: vere zavorre per la crescita e la prosperità del Paese. Ma dove, in Italia, si froda più il fisco? e soprattutto come leggere i dati sull’evasione? Rossella Orlandi, direttrice dell’Agenzia delle Entrate, ha portato al Festival dell’Economia di Trento – 2016 una dettagliata analisi su otto gruppi di province: una sorta di bussola per orientarsi nel mondo dei reati contro il fisco evitando percorsi banalizzanti e superficiali. “Diciamo che la distinzione è tra la quantità dell’evasione che è più alta nel Centro Nord, perché li è più importante il Pil, che ha più del 50% dell’evasione quantitita – dice Orlandi – Mentre quando andiamo a definire la geografia dell’evasione, cioé l’intensità, si vede un panorama diverso, si trovano realtà diverse abbastanza diffuse su territori diversi, si vedono alcune zone come in Calabria con punte del 60 per cento di quello che dovrebbe essere il gettito”.

L’analisi dell’Agenzia delle Entrate discussa al Festival di Trento offre anche gli strumenti per interpretare dal punto di vista sociale i comportamenti anti-fisco. “Abbiamo individuato sette indicatori diversi, che vanno dalla pericolosità fiscale a quella sociale, il tenore di vita, disponibilità di infrastuttre – spiega Orlandi – quindi indicatori che uniti tra loro dimostrano che c’è correlazione tra indicatori e evasione. E’ ovvio, per esempio, che dove c’è disagio sociale, un disordine, c’è una più alta evasione. Ma sono interessanti anche altri fattori”.

E dalle evidenze dell’analisi si vede confermata ancora una volta quanto pesi sul presente e sul futuro del nostro benessere la sottrazione di risorse da parte di chi evade. “Ormai gli studi lo hanno dimostrato chiaramente – conclude il direttrice dell’Agenzia delle Entrate – il sommerso non fa crescere, ma è una zavorra che sottrae risorse importanti che dovrebbero essere investite in realtà più trainanti; è uno ostacolo alla libera concorrenza e incide sulla tassazione di quanti poi invece pagano le imposte”