Comunali, a Milano è pareggio: Sala e Parisi al ballottaggio

Candidato centrodestra soddisfatto, Mr Expo non parla nella notte

GIU 6, 2016 -

Milano, (askanews) – Li hanno definiti i candidati fotocopia per tutta la campagna elettorale: due manager prestati alla politica, entrambi moderati con un passato da direttore generale a Palazzo Marino sotto una giunta di centrodestra. Ma al di là del gioco delle sovrapposizioni, che i due hanno cercato di smontare in questi mesi, ora Beppe Sala, candidato del centrosinistra, e Stefano Parisi, per il centrodestra, si trovano a contendersi la guida di Milano al ballottaggio con uno scarto risicatissimo. Dato per acquisito il secondo turno, il fatto meno scontato è che a Sala è andata una vittoria dello zero virgola, con il 41,6% dei voti contro il 40,8 dell’avversario. Meno di 5mila voti in più per Mr Expo, che arriva al suo quartier generale 30 minuti dopo la mezzanotte e sceglie di non parlare: le proiezioni prima e i dati reali poi smorzano l’ottimismo che venava una cautela doverosa dopo i primi exit poll. Parisi, invece non nasconde la soddisfazione: “Sembrava che il candidato del centrosinistra vincesse al primo turno, invece la partita è ancora aperta e noi siamo molto contenti di questo. E’ una partita aperta; sembrava che andassimo malissimo e abbiamo raggiunto un risultato che ci apre la strada al ballottaggio e questo è gia positivo”.

Oltre al risultato politico, c’è da tenere in considerazione un altro dato: l’affluenza. Sono andati al voto il 54,66% degli aventi diritto, il 13% in meno rispetto al 67,56% delle precedenti comunali quando però si votò anche di lunedi. E proprio su questo Parisi nel suo breve speech dal palco del comitato elettorale riserva una stoccata al governo:

“Credo che ci sia una grande responsabilità del governo per la bassa affluenza alle urne e questa è una cosa molto grave, molto grave. E’ una questione di non amore per la democrazia, perché fissare le elezioni il 5 di giugno, senza fare votare anche il lunedì, significa che non si voleva fare andare a votare la gente, punto”.

Ora ai due candidati toccano altre due settimane di campagna elettorale a tappeto per conquistare nuovi voti e spuntare la guida di Milano. Nel mentre occorrerà capire come si riorienteranno gli elettori del M5s, quel 10% che al primo turno ha scelto Gianluca Corrado e che al secondo non ha indicazioni di voto. La partita è tutta da giocare. Vedremo chi calcerà il rigore vincente il 19 giugno prossimo.