Rinnovabili ed efficienza, Girotto (M5S): “L’Italia si è fermata”

Per il senatore pentastellato pesano disposizioni "reazionarie"

MAG 24, 2016 -

Roma, (askanews) – L’Italia è un paese che “ha fermato la sua spinta” verso un sistema energetico fatto di rinnovabili ed efficienza. Lo afferma ad askanews il senatore Gianni Girotto, del Movimento 5 Stelle, componente della commissione industria del Senato e con un’attività parlamentare prevalentemente rivolta ai temi dell’efficienza energetica, dell’ambiente e delle fonti rinnovabili. Dalla COP21 di Parigi, e dalla firma a New York degli impegni per combattere gli effetti globali del cambiamento climatico è arrivato il segnale che è tempo di scegliere, per l’economia, proprio il binomio efficienza-rinnovabili. In che momento siamo quindi in Italia secondo il Movimento 5 Stelle?

“In teoria, secondo la maggioranza, siamo in questa nuova fase. In pratica invece siamo reazionari – dice Girotto . Stiamo anzi ostacolando il processo, con una lunga serie di disposizioni legislative addirittura retroattive. E gli operatori sono agonizzanti, perchè se si cambiano le regole del gioco a partita in corso gli operatori vengono distrutti. Manca fiducia per investire. Poi con la riforma della tariffa elettrica si sono allungati moltissimo i tempi per verificarne, da parte di chi ha scelto le rinnovabili o ha fatto efficientamento energetico, il ritorno in bolletta in termini di risparmi. E ancora, è stata complicata la burocrazia. Tutto mentre sono operativi invece 13 miliardi di euro per le energie fossili”.

Ma perchè bisogna andare verso un’economia fatta di efficienza energetica e rinnovabili?

“Al di là dell’obbligo per la lotta al surriscaldamento del pianeta, ci sono evidenti e documentate ragioni di convenienza economica. Solo un dato, le energie fossili sono “capital intensive”, cioè hanno bisogno di infrastrutture complesse. Per 1000 euro spesi nel fossile 800 vanno all’estero per l’importazione. Se invece 1000 euro si spendono in rinnovabili, da 600 a 650 restano in Italia”.

L’Italia però ha imboccato questa strada: “L’aveva imboccata, adesso si è letteralmente fermata, anzi è in retromarcia. Siamo fermi al 17% come tasso di produzione da rinovabili, da 3 anni. E l’anno scorso sono tornate ad aumentare le emissioni di CO2. Abbiamo una importante eredità che ci viene dal comparto idroelettrico ma è e resta dei tempi passati”.