BPM, Piero Lonardi: rimettere al centro valori della cooperativa

Il candidato al Consiglio di sorveglianza presenta la sua lista

APR 21, 2016 -

Milano (askanews) – Piero Lonardi è uno dei candidati alla presidenza del Consiglio di sorveglianza della Banca Popolare di Milano e, con la propria lista, che parte da una posizione di minoranza, si propone di rilanciare i valori tipici della cooperativa, anche in vista di operazioni straordinarie come il progetto di integrazione con il Banco Popolare che dovrà ottenere il via libera finale dall Assemblea in autunno.

“Io ho presentato una lista – ha spiegato Lonardi – che ha uno slogan: ‘Per una BPM protagonista’. Cosa significa questo: significa che BPM essendo una banca in questo momento nel sistema bancario solida, può recitare la parte del protagonista, che significa o essere polo aggregante o fare operazioni paritarie, non certo fare il polo aggregato, perché sarebbe una posizione subalterna inaccettabile per la nostra banca”.

“Quando si parla di eventuali operazioni in termini paritari – ha proseguito Lonardi – bisogna tener ben presente secondo me alcuni parametri fondamentali che garantiscono la parità in questa operazione: prima di tutto il valore dei concambi. Secondo, la parità nella corporate governante, che garantisce per un periodo di anni un operazione che può garantire l importanza della BPM. La terza cosa molto importante è la localizzazione territoriale delle strutture amministrative e gestionali, che garantiscono sicuramente per un certo periodo dov è il luogo fondamentale dove si prendono le decisioni della banca”.

“Quattro anni e mezzo fa, a ottobre 2011 – ha aggiunto il candidato alla presidenza del Cds – ci hanno imposto una modifica statutaria che prevede il modello duale, nel quale l’Assemblea vota solo il Consiglio di sorveglianza, che è legittimato dall’Assemblea a guidare la banca. Poi il Consiglio di sorveglianza nomina il Consiglio di gestione, e insieme formano l’organo di gestione. In questi quattro anni e mezzo noi siamo stati minoranza, la maggioranza del Consiglio di sorveglianza ha sempre interpretato, a nostro parere, lo statuto della banca in modo riduttivo; ha fatto diventare il Consiglio di sorveglianza un organo di puro controllo e vigilanza, quando invece questo ha certamente poteri di indirizzo, perché se nomina o revoca il Consiglio di gestione e approva il bilancio al posto dell’Assemblea, ha certamente dei poteri di indirizzo. E questo ha provocato un degrado nella corporate governance della banca e un declino dei valori della cooperativa”.

“La Banca Popolare di Milano – ha concluso Lonardi – ha una storia di 150 anni, è portatrice di valori della cooperativa, di senso di appartenenza dei dipendenti, di valori che hanno sempre garantito e tutelato il lavoro dei dipendenti, hanno garantito la prossimità ai clienti del territorio, perché questo è un altro asset fondamentale della Banca Popolare di Milano. E, abbinato a questo, hanno garantito degli istituti di welfare a favore dei dipendenti che sono strettamente collegati al senso di appartenenza e alla professionalità dei dipendenti. Perché questi sono valori che poi si ripercuotono sull’efficienza dell’azienda e sono tutti strettamente collegati. E questi sono valori che noi vogliamo portare avanti come protagonisti di una eventuale operazione straordinaria e vogliamo portarli avanti anche nella prossima banca, probabilmente per un numero di anni. Perché non possiamo permetterci di perdere una identità costruita in 150 anni”.