Il Giorno compie 60 anni, nel suo futuro digitale e territorio

Per l'anniversario presentate iniziative e nuove strategie

APR 19, 2016 -

Milano (askanews) – Il quotidiano “il Giorno” compie sessanta anni e si rilancia verso il futuro confermando la sua linea di rottura e innovazione nel panorama editoriale italiano. Nel corso di un incontro al Circolo della Stampa di Milano sono state presentate le iniziative per festeggiare l’anniversario della testata insieme con l’anticipazione di una nuova strategia Internet. Giancarlo Mazzuca direttore del quotidiano: “Siamo un giornale di colore in una panorama grigio della stampa italiana, come era allora e come siamo adesso. E l’altra grande caratteristica è che siamo assolutamente radicati nel territorio come era il Giorno di sessantanni fa. E inoltre abbiamo sempre più incentivato il rapporto con internet: il futuro è internet, il Giorno sarà anche il Giorno di internet, restando sempre il compagno di vita che è stato per me e per tanti lettori”.

Per la prima volta in edicola il 21 aprile 1956, il Giorno rappresentò un vero pugno nello stomaco all’Italia tradizionalista: 8 colonne contro le solite 9, una prima pagina vetrina, titoli corredati da foto, grandi immagini, caratteri degli articoli con il corpo decrescente per catturare l’attenzione sulle prime righe di testo. E alle spalle un editore, Enrico Mattei presidente dell’Eni, che attribuiva alla stampa un ruolo strategico nell’Italia che si avvicinava al boom economico.

Oggi Andrea Riffeser Monti, editore de il Giorno e alla guida del gruppo Poligrafici Editoriale, rivendica per il suo quotidiano milanese un ruolo e futuro altrettanto dirompenti. “Intanto dando un altro pugno nello stomaco. Questo significa già dimostrare che l’editore ha voglia di riscrivere un certa storia per il Giorno”.

In uno scenario radicalmente mutato per la carta stampata, rispetto a sessanta anni fa, la vera scommessa da vincere è in realtà la costruzione di un modello di business in equilibrio con il mondo digitale. “Siamo in un momento di trasformazione: la carta stampata raccoglie per adesso ancora un fatturato per circa l’80 per cento. Se guardiamo i modelli all’estero lo scenario è già riequilibrato sul 50 per cento. E’ un movimento che sta andando avanti. I giornalisti continueranno a scrivere, e scriveranno su tutti i device. La carta certamente diminuirà sarà più di qualità. Ci saranno gli smartphone, i tablet, ma noi non abbiamo paura di niente”.