Trivelle, Della Vedova: voto No, sbagliato dire stop idrocarburi

Avanti con le rinnovabili ma usiamo intanto ciò che abbiamo

APR 12, 2016 -

Roma, (askanews) – Il 17 aprile si svolgerà il referendum sull’abrogazione della norma che consente l’estrazione di idrocarburi entro le 12 miglia marine da piattaforme già esistenti fino all’esaurimento del giacimento. E’ il cosiddetto referendum sulle trivelle. Per conoscere le ragioni del No, askanews ha intervistato il senatore Benedetto Della Vedova, sottosegretario agli Esteri, che ha da subito espresso la sua contrarietà a questo referendum.

“Sono contrario – spiega Della Vedova – perchè si vuole abrogare un pezzetto di una normativa che io ho invece votato, che consente ai pozzi situati entro le 12 miglia di continuare ad estrarre soprattutto gas fino a che ce n’è sotto. Una normativa decisa mentre, allo stesso tempo, si diceva basta ad altri pozzi entro le 12 miglia, ma almeno per quelli già esistenti si è detto usiamoli fino alla fine. Sono contrario anche per il significato politico, non solo quello di votare con il sì contro il governo ma per chi dice dobbiamo fare a meno degli idrocarburi, un messaggio sbagliatissimo. Abbiamo bisogno di investire sempre di più sulle energie rinnovabili ma fino a quando il 100% delle rinnovabili non sarà disponibile dovremo continuare ad usare gas e petrolio. Quindi, o usiamo almeno quello che abbiamo, lo controlliamo con le migliori tecnologie e ci guadagniamo anche un pò come paese, oppure lo dobbiamo importare e da paesi complicati, come Russia, Libia, Algeria o paesi del Golfo. Dobbiamo dire agli italiani che si deve continuare a investire sulle rinnovabili ma nel frattempo per ragioni di interesse nazionale e di crescita economica, oltre al controllo ambientale, usiamo appunto le risorse che abbiamo”.

Una delle obiezioni è che con il No di fatto si rinuncia a gestire come paese l’estrazione, consegnando anche la data termine di esaurimento del giacimento alle compagnie petrolifere:

“Dal punto di vista tecnico, anche se vincesse il Sì cambierebbe poco o nulla, i giacimenti potrebbero essere sfruttati fino alla fine, si tratterebbe solo di poter dire ogni tanto facciamogli un “tagliando”, cosa che il legislatore, le regioni, il governo per ragioni ambientali sono sempre in grado di effettuare – aggiunge Della Vedova – Ritengo quindi che sia giusto votare no, ma anche astensione, laddove chi si scandalizza è lo stesso che faceva ampio uso dell’astensione in occasione dei referendum radicali, e voglio poi ricordare, in tema di ambiente, che sulla riviera romagnola, dove c’è il maggior numero di trivelle, c’è anche il maggior numero di investimento turistico e anche di bandiere blu”.