Tempa Rossa, il ministro Boschi interrogata dai magistrati lucani

Renzi: "Il vero scandalo è un'opera bloccata da 27 anni"

APR 4, 2016 -

Milano, (askanews) – “Ascoltare il ministro Maria Elena Boschi era necessario”. Sono queste le parole del procuratore della Repubblica di Potenza, Luigi Gay, che – accompagnato da due sostituti – ha interrogato per circa 2 ore, il ministro per le Riforme come persona informata sui fatti, in merito all’inchiesta sulle attività petrolifere in Basilicata e, in particolare, sull’emendamento alla legge di stabilità 2015 che ha sbloccato le attività di trivellamento nella Val d’Agri.

Una circostanza costata le dimissioni al ministro dello sviluppo economico, Federica Guidi che, citando anche la Boschi, dell’imminente approvazione di quel provvedimento, aveva avvisato per telefono il compagno Gianluca Gemelli, imprenditore con grossi interessi finanziari nelle attività estrattive in quella zona.

Sull’affaire che ruota intorno allo stabilimento petrolifero della Total di Tempa Rossa, in Basilicata, è intervenuto anche il premier, Matteo Renzi che, parlando alla direzione del Partito democratico, ha rivendicato il ruolo dell’esecutivo nel dovere di sbloccare un’opera ferma dal 1989.

“C’era ancora il muro di Berlino – ha detto – è caduto, ma non è caduto il muro della burocrazia italiana. Se si decide di farla 27 anni dopo, lo scandalo non è l’emendamento ma il fatto che per 27 anni si siano buttate via delle occasioni”.

“Se è reato sbloccare le opere pubbliche allora io sono quello che sta commettendo il reato”, ha aggiunto Renzi sottolineando, tuttavia che per lui “commette reato che infrange il codice penale non chi utilizza il diritto parlamentare”.

“Continueremo a sbloccare opere pubbliche e chiedo alla magistratura di essere inflessibile nel beccare i ladri e noi saremo in prima fila perchè si faccia pulizia”.

Non sono mancate le reazioni alla parole del premier. Il Movimento 5 Stelle ha ribadito la richiesta di dimissioni anche per il presidente del Consiglio, ma bacchettate sono giunte anche dall’interno dello stesso Pd, come quelle del governatore della Puglia, Michele Emiliano, che ha chiesto a Renzi di ascoltare anche gli altri prima di prendere decisioni.