Terrorismo, Bagnasco: resistere a tentazione di paura permanente

Non bisogna chiudersi in casa: sarebbe una vittoria dei barbari

DIC 23, 2015 -

Roma, (askanews) – “Dobbiamo resistere alla tentazione di una paura che diventi permanente, un cupo compagno di viaggio. Non si può vivere nella paura degli altri, non è un bel vivere né per i singoli, né per una città o un Paese”. Lo ha detto il presidente della Cei e arcivescovo di Genova, cardinale Angelo Bagnasco, parlando del terrorismo durante il tradizionale scambio di auguri con i giornalisti in occasione delle festività natalizie.

“Bisogna però riconoscere – ha precisato il porporato – che una certa paura esiste, forse mediaticamente qualche volta è un po’ enfatizzata ma esiste. I fatti di Francia – ha ricordato – sono sotto gli occhi di tutti, vicino a casa ma anche poco più lontano da noi continuano ad esistere questi fatti di persecuzione, di violenza, di morte, di barbarie, di pazzia lucida”.

“Sicuramente – ha aggiunto Bagnasco – l’allerta delle forze dell’ordine, delle autorità pubbliche esiste, è reale e anche la vigilanza è molto puntuale, molto professionale. Sotto questo profilo mi pare che tutto quello che è possibile fare si stia facendo. Bisogna quindi – ha affermato il presidente della Cei – non rinchiudersi in casa perché sarebbe una vittoria di questi barbari terroristi che non mirano soltanto a degli obiettivi simbolici ma alla vita comune, proprio per seminare l’inquietudine, lo smarrimento, l’incertezza e far ritirare le persone nel proprio guscio. Bisogna reagire compatti insieme”.