Pininfarina passa agli indiani, ma il Dna resta “made in Italy”

Salve crescita e occupazione. Il presidente: un'opportunità

DIC 15, 2015 -

Torino (askanews) – “Una giornata molto importante, che rappresenta un punto di svolta”. Così il presidente di Pininfarina, Paolo Pininfarina, ha commentato l’acquisizione da parte dell’indiana Mahindra & Mahindra, colosso da 17 miliardi di dollari e 11 aziende, della storica casa di design, che ha realizzato, tra l’altro, autentici capolavori automobilistici italiani, tra cui alcune tra le più belle Ferrari, Lancia e Alfa Romeo di sempre.

Una scelta che servirà a traghettare l’azienda verso il futuro, ha spiegato Pininfarina, che non ha negato le difficoltà dell’ultimo decennio, definito senza mezzi termini “una traversata nel deserto”.

Un’operazione da 150 milioni di euro in tre step: l’acqusito delle azioni ordinarie Pininfarina detenute da Pincar, la holding di controllo della famiglia, per un totale di circa 25,3 milioni di euro; un aumento di capitale per altri 20 milioni di euro entro la fine del 2016 e la ristrutturazione del debito per circa 110 milioni di euro.

L’acquisizione indiana non comprometterà il Dna, il carattere e lo stile dell’azienda che restano “made in Italy”, così come il quartier generale, senza ridimensionamenti di personale, come ha confermato anche l’ad di

Pininfarina, Silvio Angori.