Rinnovabili, a rischio produzione di energia da biomasse solide

Il comitato Ebs chiede di modificare il Decreto ministeriale Fer

OTT 7, 2015 -

Roma, 7 ott. (askanews) – Una potenza installata di 590 MW per una produzione di energia elettrica che, a differenza di quella derivante da altre fonti rinnovabili, è costante e programmabile. Parliamo del settore della produzione di energia da biomasse solide, cioè legna – almeno per la maggior parte – ma anche scarti di lavorazione, come vinacce o gusci di nocciole.

Un settore che apporta notevoli benefici ambientali, perchè contribuisce ad una buona manutenzione del territorio e del patrimonio boschivo, ma anche economici. Per la collettività, perchè altrimenti le biomasse verrebbero bruciate inutilmente, e per gli agricoltori, che possono disporre di una fonte di reddito complementare.

Ora il settore è messo gravemente a rischio da una nuova forma di incentivo fisso che dovrebbe scattare nel 2016. Pensata anni fa come clausola di salvaguardia quando il prezzo dell’energia era previsto in crescita costante, ora la misura, contenuta nel decreto ministeriale Fer, potrebbe affossare tutta la filiera, interamente italiana.

Per Simone Tonon, portavoce del comitato Energia da biomasse solide, che riunisce i principali produttori, “questo non è più un momento nel quale si può attendere e noi auspichiamo che questa situazione di potenziale crisi dal 1 gennaio 2016 non si venga a verificare e questo può essere solamente grazie a un intervento normativo che riequilibri l’incentivo al prezzo dell’energia”.

Ma in che modo si potrà convincere il Governo e il Ministero dello Sviluppo economico in particolare a modificare il decreto? Lo abbiamo chiesto a Giuseppe Castiglione, sottosegretario alle Politiche agricole: “Portando i dati, portando i numeri, le esperienze, la filiera così rappresentata, così come lo è stata oggi, credo che ci sono buone ragioni per poter dire ‘affrontiamo questo tema, abbiamo un problema e lo dobbiamo risolvere’, perchè la filiera altrimenti sarebbe messa in ginocchio. Allora vediamo di quantificare le risorse che servono e come poter reperire le risorse, quindi mi pare che sia un tema che appartenga al Governo nella sua collegialità”.