Ferranti: tempi certi per processi. Bavagli? Non siamo Berlusconi

"Mai pensato di impedire intercettazioni come strumento indagine"

SET 30, 2015 -

Roma (askanews) – “Tempi più brevi” e soprattutto “certi” per la giustizia, “nessun bavaglio” alla stampa o impedimento alle indagini per quanto riguarda le intercettazioni e la quadra da trovare con Ncd al Senato sulla cosiddetta prescrizione lunga. La presidente della commissione Giustizia

della Camera Donatella Ferranti, in una video-intervista ad Askanews, difende la riforma del processo penale, approvata nei giorni scorsi dalla Camera e passata all’attenzione del Senato, e, sulle intercettazioni, rispedisce al mittente qualunque paragone con le norme pensate dai governi Berlusconi.

Montecitorio con la riforma del processo penale ha approvato anche la delega al governo a disciplinare la normativa sulle intercettazioni. Scatterà un “bavaglio” per la stampa come accusano le opposizioni? “Assolutamente nessun bavaglio alla stampa – spiega Ferranti – ma soltando l’individuazione di un

percorso che consenta il diritto di cronaca su fatti di interesse pubblico, ma al tempo stesso la tutela della privacy per le persone terze, chi è fuori delle indagini e occasionalmente viene in contatto con una persona indagata”.

Qualcuno ha anche tracciato un paragone con il governo Berlusconi… “No. La riforma Berlusconi – precisa la parlamentare del Pd – era tutt’altro, voleva proprio impedire le intercettazioni telefoniche come strumento di indagine: noi su questo punto non siamo intervenuti, anzi, abbiamo previsto una delega al governo anche per fare in modo che per i reati di corruzione ci sia la possibilità di fare intercettazioni in maniera semplificata”.

Nel pacchetto giustizia non ci sono solo le intercettazioni ma anche una revisione del processo penale che assicuri tempi “più brevi e certi”. “Il nostro obiettivo è cercare di razionalizzare i tempi della giustizia penale e renderli soprattutto prevedibili – ricorda Ferranti – e quindi con una durata certa della fase delle indagini, dell’impugnazione, dell’appello e della Cassazione”.

Insieme a questo, aggiunge, si vuole anche “cercare di deflazionare la giustizia penale prevedendo forme della cosiddetta giustizia riparatoria, quindi un risarcimento dei danni alle parti offese per piccoli reati che può consentire anche l’estinzione del reato stesso”.

Nel passaggio della riforma al Senato i senatori alfaniani hanno già annunciato battaglia contro la cosiddetta prescrizione lunga. “Ncd, che viene da una formazione diversa, è stato nel governo Berlusconi e sappiamo quanto nel governo Berlusconi ci fosse, verso la giustizia, una linea un po particolare che sintetizzavamo con le leggi ad personam, ha comunque votato la riforma del processo penale alla Camera. Sulla prescrizione – spiega la presidente della commissione Giustizia – va ancora trovato un punto di equilibro perchè sui reati di corruzione abbiamo voluto dare un segnale specifico: abbiamo previsto che il tempo di prescrizione venga aumentato della metà del massimo. Oggi per un reato di corruzione il tempo massimo di prescrizione è di dieci anni” e con la nuova legge “diventa di quindici”.

A Palazzo Madama, dove i numeri della maggioranza sono meno rassicuranti che alla Camera, si troverà l’accordo con Ncd sulla prescrizione? “Su questi temi Ncd blocca o meglio frena la discussione della legge in Senato ma noi confidiamo che ci sia un ragionevole punto di equilibrio anche perchè – conclude Ferranti – la riforma della prescrizione viene inserita tra i punti qualificanti del Def e della manovra economica, addirittura attraverso raccomandazioni del Consiglio d’Europa”.