Paolo Agnelli (ConfimiIndustria): “Ridurre i costi per competere”

Le ricette per rilanciare il settore manifatturiero

SET 24, 2015 -

Roma (askanews) – Per rimettere in moto il Paese è necessario rilanciare l’industria manifatturiera e per farlo è necessario ridiscutere gli aumenti che negli ultimi 15 anni hanno penalizzato le nostre produzioni rispetto agli altri Paesi nostri concorrenti: lo afferma Paolo Agnelli, imprenditore bergamasco presidente di ConfimiIndustria, che associa 410 mila aziende private manifatturiere che fatturano oltre 70 miliardi ed è firmataria di contratti nazionali.

“Tra i costi che penalizzano le nostre imprese – dice Agnelli – c’è l’energia che a noi costa l’83% in più rispetto alla media europea, i trasporti che scontano gli alti costi di benzina e gasoli, il costo del lavoro che consente ai nostri collaboratori stipendi netti al livello di Portogallo e Grecia, che a noi costano come in Germania. I consumi sono ancora molto più bassi rispetto a prima della crisi e dunque siamo obbligati ad esportare. Ma per farlo dobbiamo aumentare la competitività, il che vuol dire ridurre i costi, facendo calare anche le tasse non tanto sugli utili, ma sull’attività produttiva e sul lavoro, come l’Imu sui capannoni e sugli impianti. Il Jobs Act è senz’altro un passo avanti ma non bisogna illudersi che possa far aumentare significativamente l’occupazione: l’ abolizione delle forme di lavoro precario come i cococo o i cocopro hanno fatto aumentare i contratti a tempo indeterminato a tutele crescenti, ma per se stesso il Jobs Act non farà aumentare la richiesta di lavoro”.

Ma la nostre piccole imprese sono in grado di fare l’innovazione necessaria ad aumentare la qualità e competere sui mercati mondiali? “Sull’innovazione di prodotto e di processo non abbiamo nulla da invidiare agli altri, perchè i nostri imprenditori, anche i più piccoli, investono molto in impianti e macchinari. L’innovazione che andrebbe realizzata è semmai nell’organizzazione e direi nella mentalità dell’imprenditore, perchè dubbiamo capire che non possiamo più competere su prezzo, ma dobbiamo competere sulla qualità e sul servizio”.