Sì della direzione Pd sulle riforme, ma la minoranza non vota

Renzi: no a diktat. Grave se grasso riapre articolo 2 ddl Boschi

SET 21, 2015 -

Roma (askanews) – Chiarezza e assunzione di responsabilità politica. E’ quanto ha chiesto Matteo Renzi ai suoi, in una direzione Pd fiume al Nazareno, all’ordine del giorno i nodi da sciogliere sul tema della riforma del Senato. E che si è conclusa con il voto favorevole all’unanimità alla linea del premier, ma senza il voto della minoranza, e con Bersani assente annunciato. Nel suo intervento Renzi aveva lanciato un monito alla minoranza Pd: “Se qualcuno vuole una discussione civile, nel merito noi ci siamo, ma se qualcuno vuole usare la Costituzione per effettuare un diktat, per di più della minoranza, ha sbagliato destinatario e noi non ci fermeremo”.

Questione ancora più delicata, quella della posizione di questi giorni assunta dal presidente del Senato Piero Grasso con l’ipotesi di una riapertura dell’articolo 2 della riforma Boschi, quello che sancisce la non elezione diretta dei senatori: “Se il presidente del Senato Pietro Grasso dovesse consentire di modificare quanto votato in “doppia conforme” da Montecitorio e palazzo Madama, “credo sarà opportuno

convocare una riunione di Camera e Senato trattandosi di un fatto che ha dell’inedito”.

Renzi in un secondo momento ha corretto il tiro. “A fronte di un’eventuale e inedita scelta” di Pietro Grasso “il Pd si riunirebbe alla Camera e in Senato con la segreteria per decidere cosa fare”.

Incassato il sì della direzione del suo partito, il premier ha ribadito la road map dei lavori. “Credo

ci siano tutte le condizioni per concludere entro il 15 ottobre la lettura in Senato”, ha spiegato. Poi da gennaio quarta, quinta e sesta lettura del ddl Boschi, per arrivare nell’autunno del 2016 al referendum che dirà “se gli italiani sono con noi o se abbiamo sbagliato tutto”, ha concluso il segretario del Pd.