Cinecittà, dalle scenografie del cinema agli allestimenti museali

Nuove opportunità per il leggendario know how delle maestranze

AGO 13, 2015 -

Roma, (askanews) – Dalle grandi scenografie per il cinema e la tv agli allestimenti specifici per i musei, passando per la progettazione e realizzazione di outlet e parchi tematici o la ricostruzione di ambienti per l’Expo di Milano. Cinecittà non è più solo sinonimo di film e da qualche tempo, con la società Cinecittà Allestimenti e Tematizzazioni, mette a frutto il leggendario know how delle sue maestranze in nuovi settori di mercato, “ovunque ci sia bisogno di allestimenti scenici di qualità”.

E’ la coraggiosa strategia di business illustrata dall’ingegner Maurizio Sperandini, presidente e amministratore delegato di Cinecittà Allestimenti e Tematizzazioni, intervistato da askanews.

“Abbiamo iniziato l’esperimento nel 2008” e dopo i primi successi la strategia “è confluita nella creazione di questa nuova società”, ha spiegato Sperandini. In questo modo si guarda al futuro, anche se il comparto delle scenografie per il cinema non si è mai fermato ed anzi, negli ultimi tempi – ha rivelato il numero uno di Cat – si registra “una nuova attenzione del cinema internazionale per l’Italia”. Infatti la società ha da poco realizzato la più grande scenografia mai commissionata dalla Metro Goldwyn Meyer, quella per il remake di “Ben Hur”, con la “gigantesca” ricostruzione di un circo romano di 200 metri per 80.

Tra le altre opere realizzate da Cinecittà Allestimenti e Tematizzazioni Sperandini ha citato le “le bellissime scenografie” disegnate da Dante Ferretti, per Cinecittà World , “fiore all’occhiello del parco” tematico sul mondo del cinema. E poi il museo di scienze naturali di Torino, alcuni outlet, la ricostruzione di otto mercati tradizionali, sempre disegnati da Dante Ferretti, sul decumano dell’Expo. E un’anticipazione: “Abbiamo vinto un’importante gara per il museo del Cinema di Bari della Apulia Film Commission”.

Insomma, il backstage del cinema nasconde “alta tecnologia, esperienza manifatturiera, artigianalità” e chi “come noi ha la fortuna di possedere tutto questo bagaglio culturale – ha concluso Sperandini – può avventurarsi in mondi” diversi dal proprio e avere successo.