Dal PoliMi on line un Atlante delle postmetropoli italiane

Risultati di due anni di ricerca su cambiamenti delle aree urbane

LUG 7, 2015 -

Milano (askanews) – Le città in cui viviamo oggi non sono certo le stesse dei nostri genitori. E’ un’ovvietà, che però racchiude una serie di temi e problemi del tutto nuovi e che richiedono risposte, queste sì, originali. Alessandro Balducci del Politecnico di Milano: “Abbiamo continuato a guardare le città con gli occhiali dell’antica città, un centro con la sua periferia che degrada verso l’esterno, sia dal punto di vista della lontananza sia dal punto di vista dei centri di attrattività. In realtà quello che sta succedendo è che le densità si stanno appiattendo che le centralità sono anche all’esterno, che i modi di vita che erano proprie della città stanno diventando anche mondi di vita di zone una volta considerate suburbane”.

Il Politecnico di Milano sta studiato da due anni le tendenze di questi cambiamenti arrivando a costruire un vero e proprio “Atlante dei Territori post metropolitani”. Lo studio mette in evidenza che non esistono oggi istituzioni in grado di dare risposte adeguate alle dinamiche in corso. Le città metropolitane in formazione mostrano lacune gravi e, al contempo, le piccole realtà urbane si trovano a dover affrontare problemi “da grandi”. “Il fatto che a Milano la provincia di Monza sia fuori dalla città metropolitana rende del tutto inefficace la possibilita di governare un territorio che è strettamente integrato – speiga Balducci – A Torino è il contrario. Ci sono 340 comuni, molti dei quali montani, e invece l’area conurbata, che costituisce la vera e propria area metropolitana è un’area molto più piccola”.

In questa prospettiva l’idea stessa di cittadinanza, cioè di diritti e doveri associata ai tradizionali confini amministrativi, appare a rischio. Per questo il gruppo di ricerca del PoliMi ha deciso di mettere on line, accessibile a tutti, l’Atlante e i risultati dei primi due anni di ricerca, con dati su aree come Milano, Torino, Venezia, la Gallura, la Sicilia Sud – Orientale e ancora altre. Strumenti preziosi per politici e non solo. “Lo vogliamo mettere a disposizione di tutti perché pensiamo che un progetto di ricerca di interesse nazionale debba fare un interesse nazionale”.