Federnotai: ddl Guidi non favorisce concorrenza, ma competizione

Presidente Di Marco: banche puntano a prestazioni professionali

GIU 11, 2015 -

Roma, (askanews) – I notai sono sul piede di guerra contro il ddl concorrenza. “La ragione essenziale – ha spiegato il presidente di Federnotai Carmelo di Marco – è che in questo momento si descrive come una norma a favore della concorrenza, una norma che invece metterebbe in competizione funzioni diverse che invece sono regolate da norme completamente differenti. Sia per quanto riguarda l’accesso alle categorie professionali interessate, sia per quanto riguarda i controlli successivi”.

Intervistato a Roma a margine del congresso intitolato “Concorrenza e liberalizzazioni: I notai a confronto con la collettività”, e incentrato sul Ddl Concorrenza, che all’articolo 29 vede una norma che permetterà di rivolgersi anche a un avvocato per la compravendita di immobili non a uso abitativo e di valore catastale inferiore a 100.000 euro, di Marco ha spiegato: “Le banche in questo momento si stanno prefiggendo di includere le prestazioni professionali nell’ambito della loro offerta dei servizi e questo risulta abbastanza evidente leggendo il disegno di legge, laddove si mettano in collegamento fra loro la norma che consentirebbe l’ingresso di soci di capitale negli studi legali con la norma che impone all’avvocato autenticante la compravendita di stipulare una polizza assicurativa”.

Secondo di Marco “lo scenario che si profila è quello di strutture finanziate dalla banche come soci di capitale nelle quali verranno impiegati avvocati con funzioni di autentica ma che aumenteranno essendo strutture di una delle parti le attuali situazioni di disparità nella forza contrattuale di chi vende e chi compra”.

“La ragione essenziale è che in questo momento si descrive come una norma a favore della concorrenza, una norma che invece metterebbe in competizione funzioni diverse che invece sono regolate da norme completamente differenti. Sia per quanto riguarda l’accesso alle categorie professionali interessate, sia per quanto riguarda i controlli successivi”.

“Le banche in questo momento si stanno prefiggendo di includere le prestazioni professionali nell’ambito della loro offerta dei servizi e questo risulta abbastanza evidente leggendo il disegno di legge, laddove si mettano in collegamento fra loro la norma che consentirebbe l’ingresso di soci di capitale negli studi legali con la norma che impone all’avvocato autenticante la compravendita di stipulare una polizza assicurativa: lo scenario che si profila è quello di strutture finanziate dalla banche come soci di capitale nelle quali verranno impiegati avvocati con funzioni di autentica ma che aumenteranno essendo strutture di una delle parti le attuali situazioni di disparità nella forza contrattuale di chi vende e chi compra”.